100x100napoli.it vi racconta la stagione dei protagonisti azzurri.
L’evoluzione tattica e non solo di Marek Hamsik non è sfuggita a nessuno in questa stagione. Il Capitano è rinato: con Sarri sempre nel vivo ma soprattutto al centro del gioco. Tanti palloni toccati, nessuno spalle alla propria porta. Nel nuovo Napoli è la classica mezzala elegante, ordinata e disciplinata. Quella che dà qualità alla manovra. Ma non solo, all’occorrenza funge anche da mediano vero e proprio. E poi un nobile contributo anche in fase di contenimento: tanta corsa e palloni recuperati (0,6 a gara). E’ un Hamsik “cattivo”: così mai visto prima. Neppure quando aizza il San Paolo (QUI il video) dopo un tackle vincente (sono 43 in totale) durante Napoli-Fiorentina.
Alla base di prestazioni così convincenti ci sono certamente un’autostima ritrovata, così come la fiducia dei compagni, ed una motivazione rinnovata dall’avvento del nuovo tecnico. Dopo gli alti e bassi dell’annata precedente, con Sarri ritorna il sorriso: “Eccomi di nuovo nel mio ruolo naturale” – dichiara Hamsik sin dai primi giorni di ritiro a Dimaro. E’ lì che si è fatto conoscere in Italia. A Napoli, però, il solo Reja lo aveva accontentato. Per Mazzarri, infatti, è stato una sorta di seconda punta, con Benitez, complice il tourbillon degli esterni con Higuain, si ritrovava persino a fare il centravanti.
Quest’anno sono state poche le gare trascorse nell’anonimato. Ce ne sarebbe una sola, forse per sua sfortuna la più importante della storia del Napoli negli ultimi 20-25 anni. Parliamo di Torino, della madre di tutte le partite. Con la Juventus, è vero, fu opaca la prestazione di tutta la squadra. Però forse sarebbe servita la miglior versione possibile di Hamsik per provare a riscrivere la storia ed ammazzare il campionato. Ed invece quel colpo costantemente in cacca non è riuscito a raggiungere il bersaglio desiderato.
Non proprio una novità. Già, perché se c’è un filo conduttore che lega tra loro tutte le sue stagioni in azzurro, questo è nelle serate di luna storta in cui Hamsik non riesce a scuotere i compagni, che tanto avrebbero bisogno di lui.
Anche il Napoli di Sarri non ha dunque potuto fare a meno della sua creatività, dei suoi cambi di ritmo, delle sue folate. Da qui i primi dati che balzano agli occhi: 6 gol (raggiunto Maradona a 81) e 11 assist vincenti a cui va aggiunta una media di 2,5 passaggi chiave e tiri a partita. Dai suoi piedi, se ispirati, le migliori azioni sulla famosa catena di sinistra, le triangolazioni con Ghoulam e Insigne, l’oro colato per i gioielli di Higuain.
In futuro ci sarà ancora bisogno di lui, sperando che quei momenti di pausa, deleteri per la brillantezza del gioco azzurro, non incidano più sul suo rendimento e sulle prestazioni della squadra. Oltre ad una sua ulteriore maturazione psicologica, affinché si possa godere domenica dopo domenica dell’Hamsik che sempre ci auguriamo di vedere, sarebbe il caso di andare a pescare per davvero una sua valida alternativa. Quell’alter ego, per intenderci, che si alterni con lui in certe partite e che gliene risparmi qualcuna, visto che tra Serie A e coppe ne gioca quasi 50 stagionali.
Quest’anno si è provato con Nathaniel Chalobah, arrivato nell’ultimo giorno di mercato estivo, a titolo temporaneo dal Chelsea. A soli 20 anni stella e capitano dell’Under 21 inglese, il mediano sierraleonese non era mai riuscito ad esplodere alle dipendenze di Mourinho. L’obiettivo è cercare in Sarri l’alleato ideale per sfruttare la sesta esperienza in prestito della sua carriera ed essere degno del club londinese.
Il suo ambientamento ha richiesto tempo, a causa della giovane età, nuova lingua ed abitudini di vita. Quindi il perfetto rendimento dei tre titolarissimi di centrocampo, più l’affidabilità di Lopez e Valdifiori, trasformano Chalobah da promessa a oggetto misterioso.
In campionato non si è praticamente mai visto: 5 presenze, nessuna da titolare, per un ammontare di appena 29 minuti giocati. Qualche soddisfazione, invece, il tecnico gliela riserva in Europa League: a Varsavia, all’85’ della seconda giornata della fase a gironi, arriva l’esordio ufficiale. Per quello in campionato bisogna addirittura attendere i minuti finali della gara interna col Torino del 6 gennaio scorso. Sempre con i polacchi del Legia, ma al San Paolo, si procura anche la prima gioia personale segnando il suo unico gol con la nuova maglia.
Proprio quando sembrava in grado di giocarsi le sue chance da jolly del centrocampo, con un bagaglio tecnico e fisico destinato a crescere esponenzialmente, una tragedia familiare sconvolge la sua vita e compromette i piani della società. Chalobah deve infatti fare i conti con la morte della madre.
“Ha vissuto un momento particolare, che ha comportato spostamenti vari ed ha perso tanti allenamenti” – è la spiegazione di Sarri al perché il calciatore non fosse più tornato in campo a due mesi dal lutto. Un dramma, pertanto, che ha inevitabilmente inficiato l’avventura partenopea del classe ’94 che così a maggio ritorna alla casa madre. Ed è lui stesso ad annunciare l’addio al Napoli: “E’ un giorno triste per me dovendo lasciare tutti i miei compagni di squadra e una magnifica città dopo 8 mesi di lavoro assieme”.
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