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Gravina, presidente FIGC: “Non posso essere il becchino del calcio”

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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è intervenuto a “Che Tempo Che Fa”, su Rai 2. Di seguito le sue dichiarazioni.

In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti: la corrente di pensiero di chi ritiene che si debba chiudere tutta l’attività sportiva, e l’altra, che io porto avanti di continuare.

E ci sono diverse ragioni: in primis l’opportunità, che si rifà ad elementi oggettivi come il tempo, e io spero che a giugno l’Italia viva un momento di sollievo diverso da questo momento, ma anche ai contenziosi e ciò che potrebbero generare per la confusione, e poi penso alla passione.

Lo stop del calcio è una responsabilità che lascio al Governo. Io personalmente sì, accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia.

Chiedo di essere considerato come movimento d’impatto socio-economico per il paese alla pari di ogni altro settore. La FIGC, grazie anche ai professori Ricciardi, Vaia e alla commissione tecnico-scientifica, un protocollo che garantisce la negatività di un gruppo chiuso.

Il calcio muove 5 miliardi di euro: siamo preoccupati perché se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro. Esiste una procedura per ripartire, un protocollo che abbiamo inviato ai ministri Spadafora e Speranza: ne aspettiamo la validazione.

Per quanto riguarda tamponi e test ci sono cliniche organizzate per mettersi a disposizione, non può essere questo l’ostacolo per non far ripartire un movimento come il calcio. La scelta di chiudere è di una responsabilità e di una gravità inaudita: non posso essere il becchino del calcio italiano.

Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell’avviarne una valorizzazione. Abbiamo voluto dare un riconoscimento a chi già è nei cuori della gente, abbiamo voluto assegnare lo Scudetto del cuore a questi supereroi. Rientreranno con noi, anche a termini di riconoscimento, nella hall of fame e nel cuore degli italiani.

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