Mattia Grassani, avvocato della SSC Napoli, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo toccando diversi argomenti sensibili.
“Ero a Milano con De Laurentiis in riunione di Lega e lui lamentava un fastidio dato dall’assunzione di ostriche. Sembra che le cose si stanno stabilizzando, non c’è da preoccuparsi. All’Hotel Hilton c’era un addetto che puntava la pistola, quando è stata rilevata a De Laurentiis non ero presente. La permanenza è stata di 4-5 ore, magari c’è stato un peggioramento durante la giornata. Dopo l’assemblea di Lega ci siamo salutati, la sera ho ricevuto la telefonata ed ho preferito lasciarlo tranquillo affinché potesse gestire con serenità la situazione.
Riunione di Lega? Dal Pino ha fatto una relazione puntuale, di prospettiva ed alla fine di questa, abbiamo avuto un dibattito. Il voto è stato all’unanimità, quindi vogliono aprire ad uno studio approfondito sui costi, benefici dell’ingresso in quota di fondi. Da ora si faranno dei casting che porteranno ad una scelta: se ed a chi affidare il 10% affinché porti risorse che possano cambiare il calcio italiano in termini di appeal, competitività affinché si portino competizioni europee a casa. De Laurentiis ha, come sempre, idee innovative: capisce prima di molti altri quali sono gli sfoghi di un sistema attualmente ingessato. Il calcio italiano non è più il prodotto di 20 anni fa. La sua tenacia è un successo per tutta la Lega Serie A. Nei prossimi mesi capiremo quale sarà il partner ed a quali condizioni.
Troppi impegni per i giocatori? I club sono i datori di lavoro, investono soldi per i giocatori, li retribuiscono e dovrebbero usufruirne per l’attività agonistica. Alle nazionali il giocatore viene ‘prestato’ senza che il leasing produca alcun economico per i club, mentre il rischio di infortuni o il rischio di contagio Covid, è enorme. È un problema che esiste da sempre, ma 20-30 anni fa non esistevano squadre quotate in borsa. FIFA e UEFA non rischiano nulla, non sono responsabile di nulla, incassano soltanto. Il giocatore spesso rientra alla base con infortuni più o meno pesanti, con il club che deve continuare a pagarlo, svilendo l’investimento. C’è un danno secco ed un danno tecnico: il club non può impiegare il calciatore.
La FIFA ha introdotto, 8 anni fa, un fondo di solidarietà con una somma ridicola, 80 milioni di euro, divisi tra tutte le competizioni, con un massimale di 7.5 milioni per giocatore che serve solo per i club in caso di infortunio, per contribuire al pagamento dello stipendio. La Roma, con Zaniolo, è l’esempio lampante: chi li risarcisce? UEFA e FIFA fatturano milioni all’anno ed hanno istituito un fondo ridicolo, dove chi tardi arriva, male alloggia. A rischiare sono solamente i club”.