La vittoria del Si al referendum sul Brexit, apre a scenari imprevedibili nel mondo del calcio. In Gran Bretagna il referendum sulla proposta di uscita dall’Unione Europea è stato vinto dal SI. Da questa mattina Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord diventano extracomunitarie.
Ma quali conseguenze ci saranno nel movimento calcistico internazionale dopo questo referendum? Difficile se non impossibile fare previsioni. L’unica certezza è che cambia lo status dei calciatori britannici, che fino a ieri erano comunitari ma da oggi diventano extracomunitari alla pari dei sudamericani per fare un esempio. Però Italia a parte, unica nazione ad avere un limite di due extracomunitari tesserabili a squadra, questo aspetto non dovrebbe incidere più di tanto sulla composizione delle rose dei club europei.
Poi c’è da verificare se ci sarà e di quanto sarà l’eventuale svalutazione della Sterlina e quanto potrebbe incidere sulla potenza finanziaria dei club britannici, cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni. Forse, ma è giusto sottolineare il forse, solo a medio e lungo termine questo fattore potrebbe rivoluzionare il calciomercato e di conseguenza la competitività dei club britannici.
Il problema per i club inglesi nasce dai requisiti che Federazione Calcistica e ministero dell’Interno chiedevano fino a ieri ai calciatori extracomunitari, per avere un ingaggio in una società inglese. Infatti i calciatori appartenenti alle federazioni calcistiche extra europee comprese tra i primi dieci posti del Ranking FIFA, dovevano aver giocato negli ultimi due anni almeno il 30% delle partite disputate dalla nazionale di appartenenza, limite che saliva al 45% per le federazioni comprese tra l’undicesimo e il ventesimo posto. In base a questo criterio sembrerebbe che almeno 122 calciatori dei club inglesi potrebbero veder chiusa la propria esperienza professionale in Inghilterra, almeno che non si studi un escamotage per risolvere il problema.
Non resta che attendere come intendono intervenire tanto le singole federazioni calcistiche britanniche, quanto l’UEFA e la FIFA. Facile immaginare che almeno a medio termine cambierà ben poco.