Il terzo Scudetto vinto dal Napoli sarà per sempre ricordato come lo Scudetto di tutti o meglio come il campionato stravinto da una squadra in tutti i suoi elementi ha trovato le componenti necessarie per scrivere un pezzo di storia.
Tra questi c’è anche Amir Rrahmani, non uno degli uomini copertina di questa squadra come il compagno di reparto Kim ma certamente uno dei calciatori che in modo silenzioso ha contribuito maggiormente alla vittoria dello Scudetto.
Il coronamento di un percorso che ha il dolce sapore del riscatto che il difensore kosovaro ha ottenuto dopo i difficili primi tempi in maglia azzurra. Sembra passata un’eternità eppure poco più di 2 anni fa, il 10 gennaio 2021, Rrahmani esordiva da titolare con il Napoli ad Udine macchiandosi di un errore grossolano che portò al momentaneo pareggio friulano segnato da Lasagna.
Da quel momento il difensore azzurro si è scrollato di dosso tutte le critiche ricevute ed ha lavorato duramente per dimostrare di essere all’altezza di una squadra che aveva come primo obiettivo il ritorno in Champions League. Prima la conquista del posto da titolare al fianco di un gigante come Koulibaly, poi la conferma negli anni con Spalletti come perno della difesa ed infine il muro invalicabile formato in coppia con il coreano Kim.
Sono queste tutte le tappe di un percorso che ha portato Rrhamani alla destinazione finale che, guarda caso, è rappresentata proprio dalla Dacia il luogo in cui tutto è iniziato ed in cui tutto è finito o addirittura in cui tutto può ricominciare perché, come dimostra la storia di Amir, spesso la fine è il principio.