Maria Rita Gismondo, virologa dell’Università degli studi di Milano e dell’Ospedale Sacco, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport.
“Mascherine obbligatorie ovunque, niente cibi e bevande nello stadio, termo-scanner come negli aeroporti internazionali, rigido distanziamento sociale tra gli spettatori, multa a chi toglie la mascherina”.
Così gli stadi potrebbero essere riaperti agli spettatori, secondo Maria Rita Gismondo, virologa dell’Università degli Studi di Milano e dell’Ospedale Sacco, che ha parlato così in un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport.
“Se ci tenete a vedere il calcio da vivo si possono evitare le cattive abitudini. Anche i calciatori in campo dovrebbero essere simbolo di educazione sociale. In clima di pandemia dovrebbe essere chiaro che non ci si può abbracciare in caso di gol. Dovremmo già mentalmente creare attorno a noi un’area invalicabile di un metro, meglio due. Se c’è l’obbligo della mascherina, con multa se la si toglie, non credo sia possibile sputare.
Io non capisco perché esistono tanti timori per riaprire al calcio e non si hanno nell’autorizzare uno spettacolo concertistico all’aperto. Le regole per la sicurezza, distanziamento e mascherine valgono per uno stadio come per gli spettatori dell’opera. In entrambi i casi occorre rigidità massima.
Vietati i punti vendita di alimentari anche fuori degli stadi, per evitare agglomerati e persone che mangiano o bevono senza mascherina in poco spazio, senza rispettare il distanziamento sociale”.
L’intervista completa, sul Corriere dello Sport.