Giovanni SIMEONE A RADIO CRC: «Conte come mio padre! Lukaku è già un leader. Calcio moderno? Troppa tattica, bisogna osare di più. Empoli? Dobbiamo dimostrare di star crescendo. Obiettivi? Con questo gruppo si può arrivare lontano…»
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto in esclusiva l’attaccante azzurro Giovanni Simeone.
Di seguito le sue parole:
«Napoli rigenerato?
Non so se sia la parola giusta, forse lo si dice in giro: iniziare bene con un allenatore molto capace e con tanta esperienza ci ha dato molta forza e fiducia, abbiamo trovato calciatori nuovi che ci danno una grandissima mano. Iniziare bene è stata la chiave del momento che stiamo attraversando.
Il lavoro con Conte?
La cosa più importante del motto ‘Amma fatica’ è entrare nella mentalità del mister: devi faticare davvero tutto il giorno per fare ciò che ti chiede, nel momento in cui entri nella sua mentalità il corpo si adatta velocemente al lavoro che vuole fare. All’inizio però è stata dura, soprattutto nei ritiri.
Il mister vuole cambiare sempre lo stile in base alle qualità dei giocatori:
ognuno è diverso dall’altra, quindi la squadra è forte perché non ha una sola strategia bensì tante.
Questo crea difficoltà agli avversari e a noi dà forza per trovare nuove soluzioni in base al mister e all’avversario. Questa cosa è bella e interessante, per noi calciatori è bello cambiare perchè così sfruttiamo tutte le idee del mister.
Lukaku?
Romelu mi ha colpito molto, come calciatore lo conosciamo da anni, ma come persona è un intelligente compagno di squadra, aiuta sempre gli altri.
Questo lo rende un leader oltre che un grande calciatore.
Posso dire che anche Neres, McTominay e Gilmour sono arrivati con la forza di voler aiutare i compagni.
Attacco tra i più completi d’Europa?
Abbiamo una bella squadra, dovremmo affrontare tante sfide per capire il nostro livello: siamo in crescita, la squadra ha sempre qualcosa da migliorare ed il mister aiuta i calciatori a trovarsi il meglio possibile in campo.
La squadra è forte, i giocatori lo sono, e per arrivare lontano bisogna giocare di gruppo.
La gestione delle partite?
Il mister ha una mente al 100% concentrata sul Napoli, mi ricorda molto papà Diego perché ha passione per il calcio ed il gioco nella testa:
vede tutto, intuisce, e questo deriva dall’esperienza e dal vedere tante ore di calcio.
Così capisci quando attaccare e quando difendere, sono le doti di un allenatore forte.
Scudetto?
Il gruppo ha qualcosa di molto importante, ed è il gioco di squadra. Così si può arrivare lontano, essere un gruppo unito tra chi gioca poco e chi gioca di più.
Devono essere tutti coinvolti e noi lo siamo, poi dove arriveremo dipende dalle partite che giocheremo. Poi chissà.
Una persona da ringraziare per la mia carriera?
Ce ne sarebbero tante, mi sostengono ancora. La famiglia: mamma è una persona che mi supporta e mi ha sempre dato una mano in ciò che ho voluto. Vedere i propri genitori aiutarti a realizzarti i sogni è qualcosa di bello, penso molto a lei.
Il futuro nel calcio?
Il calcio cambia sempre anno dopo anno, c’è molta più tattica ed attenzione ai dettagli: è più fisico, oggi devi essere un atleta forte e veloce per giocare.
Si andrà sempre di più su queste direzioni, certe volte mi immagino sprinter alle Olimpiadi perché in allenamento facciamo corse per migliorare velocità e forza.
Stiamo diventando più tattici, vediamo meno dribblatori e sono sempre quelli più forti. Servono giocatori che osano, e secondo me questa cosa si sta perdendo.
Tutti vogliono giocare bene e facile, ma servirebbe osare di più e togliere questo pensiero del giocare facile.
Per fare un gol devi osare, non è facile, devi fare qualcosa che nessuno si aspetta e che fa la differenza.
Gol in trasferta?
Magari posso aiutare la squadra e cercare di vincere la partita, sono match difficili questo mese:
cinque scontri che abbiamo voglia di affrontare, dopo la pausa non mi piace mai aspettare.
Empoli?
Stiamo preparando il match fisicamente e tatticamente, sarà difficile in un orario un po’ strano in cui giocare.
Ma per partite così bisogna iniziare forte, uno non è abituato a giocare alle 12.30 e so bene che in quel campo non è facile giocare contro una squadra che sta bene.
Vogliamo dimostrare che il Napoli sta crescendo».