Antonio Giordano, giornalista del Corriere dello Sport Stadio, ha parlato ai microfoni di Radio Marte del finale di stagione del Napoli e della possibilità che finisca il rapporto con Sarri.
“Se arrivi a 88 punti, con la possibilità di chiudere a 91, vuol dire che hai fatto qualcosa di sensazionale, che hai dato continuità ad un progetto tecnico che non può evaporare adesso, dopo che ieri sera c’è stata la dimostrazione della grande, immensa bellezza di questa squadra che, liberata dalle angosce, ha ricominciato a giocare.
Anche l’anno scorso ci siamo trovati davanti alla stessa situazione. Credo che sia doveroso che Sarri riveda la partita di ieri sera, i tre anni di Napoli e ripensi a quello che deve fare. Farebbe un’offesa a se stesso ad andare via adesso. Deve ragionare sulla scorta di quello che è stato questo triennio e fare il bilancio di quanto ha dato e quanto ha ricevuto: il conto è pari. Non si può ignorare anche quello che è stato dal punto di vista affettivo, cos’è cambiato nella sua vita. Quello che lui ha dato all’intero movimento calcistico è indubitabile, ma qui lui ha trovato l’humus per dare vita a quello che aveva nella testa. Questa è una grande squadra e lo dimostrano i punti di distacco con Roma e Inter. Non esiste in Italia né all’estero una squadra che possa garantire a Sarri una continuità tecnica, anche cambiando dei giocatori, di puntare ad un obbiettivo importante come lo scudetto.
Si rischia di cadere dal populismo se si dice che il Napoli a gennaio non ha comprato nessuno. Il Napoli aveva comprato Verdi e Politano. Riconosco la grandezza e l’immensità di Sarri. Mi sia consentito però di riconoscere la sua non infallibilità. Nel Napoli di Sarri è stato faticoso trovare un posto a giocatori come Giaccherini, Inglese, Pavoletti, che avrebbero consentito a Sarri di gestire le energie in un certo modo. Detto ciò, se mi dici Sarri, io davanti a lui mi inchino”.