Antonio Giordano, firma del Corriere dello Sport, ha parlato a Radio Marte delle possibilità scudetto del Napoli e, ovviamente, di Diego Maradona.
“Il campionato per certi versi si è riaperto dopo la sconfitta contro la Fiorentina. Ma non dimentichiamo che la Juventus ha da recuperare la partita contro il Crotone che, molto probabilmente, vincerà. Fatto sta che pensavamo che la Juve potesse vincere facilmente lo scudetto quest’anno, ne ha vinti cinque consecutivi e ha fatto il mercato più sontuoso degli ultimi anni e forse, questo, è il vero limite di questa squadra che ha un centrocampo forse meno forte rispetto a quello dell’anno scorso. La sconfitta a Firenze ci ha mostrato che siamo di fronte ad essere umani.
La Juventus è difficile che possa giocare bene, per sua struttura, perchè ha molte individualità forti ed un allenatore che è bravo a miscelarle. Il Napoli invece vince la partita più sporca, più zozza della sua esistenza, quella contro il Pescara, contro una squadra che non l’ha messa in condizione di esprimere il suo calcio. C’è bisogno di cazzimma in queste situazioni, Tonelli è stato bravo a spuntarla nel caos dell’area di rigore ed ha risolto una partita che si stava facendo scabrosa.
Maradona al Napoli? Se lo dicono vuol dire che ci credono. Io penso che non sia affatto facile, innanzitutto ha un ruolo importante a Dubai e degli impegni seri. Poi, il carattere, l’intransigenza di Maradona lo rendono inadatto al ruolo di ambasciatore. Maradona è il vero rivoluzionario di Napoli, che ha ribaltato il fronte italiano non solo dal punto di vista sportivo, è il personaggio più carismatico ed imbarazzante, dal punto di vista della grandezza del personaggio, che esista. Ma è anche il più pazzo. E per un ruolo istituzionale c’è bisogno di essere più diplomatici ed io non ce lo vedo.
Dal punto di vista della rappresentanza, nessuno può rappresentare di più Napoli di Maradona, che non è nato napoletano, ma lo è diventato. E’ più di un totem o della retorica che lo circonda, ha smesso di far prendere schiaffi e li ha cominciati a dare. E’ stato il chiavistello giusto per rimettere le cose a posto in un contesto lontano non solo geograficamente dai centri di potere. Ha cambiato Napoli”.