Alla fine si gioca. Una bella notizia? Dal punto di vista economico sicuramente sì, tutti d’accordo. Dal punto di vista sportivo invece l’unanimità sulla bontà della scelta non c’è. Anzi gli sportivi sono spaccati in due ‘opposte fazioni’.
- Tra i contrari al ritorno in campo ci sono quelli che sostengono:
– le competizioni dopo il lungo stop sono falsate perché sono stati stravolti gli equilibri psico-fisici che c’erano al momento dell’interruzione;
– la mancanza di pubblico oltre a privare il calcio dell’emozione più bella, falsa ancora di più le gare con l’annullamento del fattore campo;
– la possibilità di fare cinque cambi a partita aiuta le squadre con un organico più di qualità;
– c’è un alto rischio di infortuni per i tanti impegni ravvicinati dopo un lungo stop senza la possibilità di allenarsi in settimana;
– le temperature estive possono abbassare la qualità dello spettacolo già non proprio esaltante anche prima del coronavirus;
– prolungare la stagione fino ad agosto rischia di avere importanti ripercussioni anche sulla regolarità della prossima stagione. - Tra i favorevoli alla ripartenza:
– meglio decidere i verdetti delle competizioni sul campo e non a tavolino;
– tornare a giocare serve anche ad evitare il rischio dei tanti ricorsi estivi che potrebbero ritardare l’inizio della stagione successiva;
– se si gioca tutto un mondiale con il caldo si può giocare anche il campionato di Serie A.
Ovviamente tutti pareri rispettabili ci mancherebbe.
Però è opportuno chiarire un aspetto sull’assioma “In estate si gioca un mondiale quindi si può giocare anche in Serie A”.
In realtà ci sono tre differenze fondamentali tra il mondiale in estate e questa ripartenza della Serie A:
- lo stop agonistico:
il mondiale di solito riprende dopo 25 giorni di stop durante il quale si giocano delle amichevoli, mentre la Serie A riprenderebbe dopo 95 giorni di stop con la Coppa Italia; - i giorni di riposo tra una partita e l’altra:
– la finalista di un mondiale gioca in totale 7 partite in 30 giorni con questa alternanza tra giorno della partita e giorni di riposo:
PARTITA–4 giorni di riposo-PARTITA–4 giorni di riposo-PARTITA-3 giorni di riposo-PARTITA-5 giorni di riposo-PARTITA-3 giorni di riposo-PARTITA-4 giorni di riposo-FINALE.
– Le squadre di Serie A ne giocherebbero invece da un minimo di 12 a un massimo di 15 partite (l’Inter se dovesse giocare la finale di Coppa Italia) in 63 giorni con solo 3 giorni di riposo tra una partita e l’altra durante i quali sono previsti anche gli spostamenti per le gare in trasferta; - cosa succede al termine delle competizioni:
– dopo un mondiale i calciatori vanno in ferie;
– terminato il campionato di Serie A alcune squadre proseguono i loro impegni nelle coppe europee e in caso di arrivo in finale, rischiano di riprendere la stagione successiva senza possibilità di fare un’adeguata preparazione con conseguenze al momento imponderabili.
Come si dice in questi casi citando Alessandro Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza”.