Tre domande all’attore Gino Rivieccio per la rubrica ‘Senti chi parla’: “Napoli vive un momento d’oro e si appresta a provare una gioia che resterà scolpita nella memoria di tutti noi”
Una città in festa. Che significato ha per tifosi azzurri nel mondo e per Napoli la conquista di questo straordinario titolo dopo 33 anni?
“Beh, ha un significato universale perché coincide con una delle stagioni da un punto di vista turistico, più fortunate e interessanti. Perché Napoli grazie alle fiction, grazie alle attrazioni, grazie al calore della gente è diventata una delle città più cliccate sul web. E quindi questo scudetto è vero che arriva dopo 33 anni, ma arriva nel momento giusto, se pensiamo che in queste giornate sono previsti 200.000 turisti per la festa scudetto senza contare tutti i napoletani che vivono in altre zone italiane che tornano per assaporare e per vivere, questa immensa gioia, direi che è un risultato veramente grande che la città deve conservare e sono convinto che resterà scolpito nella memoria di tutti noi!”
Tu, come me, c’eri alla conquista dei primi due scudetti. Che differenza c’è?
“Diciamo che la felicità legata alla vittoria del primo titolo così importante della storia azzurra è irripetibile …I più giovani non sanno cosa significa provare quell’emozione. Però quando si vince uno scudetto è sempre un piacere incredibile e quando poi lo si conquista, andando a battere la Juve a Torino, perché virtualmente lo abbiamo vinto domenica scorsa…Allora la soddisfazione è tripla!!!”
Il segreto di questa squadra, su cui ad inizio campionato pochi avrebbero scommesso. Un gruppo condotto magistralmente dal suo allenatore, Luciano Spalletti
“Questa è una vittoria di gruppo: è la vittoria di Giuntoli, di De Laurentiis contro i tanti critici, detrattori, scettici: in sede di campagna acquisti dell’estate scorsa, con le cessioni che c’erano state eravamo tutti un po’ scettici, occorre ammetterlo. La vittoria risiede nella squadra che con Spalletti ha formato un gruppo molto unito, un vero e proprio amalgama. La squadra segue l’allenatore e la forza di questo team vincente è che non c’è nessun leader, non ci sono prime donne. Forse l’unico leader è Osimhen, ma è un leader alla loro portata. Spalletti, quindi, ha saputo veramente costruire un gruppo unico, è riuscito a farsi seguire dai suoi ragazzi, dai giocatori, che, come discepoli, sono stati attenti a fare proprie le sue lezioni. Questa secondo me è stata la chiave vincente. Quindi ancora complimenti a De Laurentis che è riuscito a privarsi, lo scorso anno, delle prime donne”.