Il terzino del Napoli ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tv Luna dopo la vittoria del pallone d’oro d’Algeria.
Hai battuto Mahrez, Brahimi… “Sono calciatori importanti in Africa ed Europa, è stato ovviamente anche grazie al Napoli che sono riuscito a portare a casa questo riconoscimento, visto che in Nazionale non era andato tutto benissimo”.
Giochi in Nazionale algerina dal 2013. “Per me era naturale preferire la Nazionale di casa a quella francese. Ero da qualche anno tra i finalisti del Pallone d’Oro, ma ho sempre preferito che lo vincessero gli attaccanti, quando lo fanno vuol dire che la squadra ha vinto tanto ed è quindi andata bene”.
Come l’hanno presa i tuoi familiari? “I miei genitori sono legatissimi all’Algeria, per loro è stato importante. Sono orgoglioso di essere algerino e di aver vissuto un 2017 fantastico con il Napoli”.
E’ stato l’anno del tuo primo gol in azzurro e del tuo primo grande infortunio. “Ci sono stati alti e bassi, ma l’infortunio non mi ha disturbato. Sono credente, e so che in ogni difficoltà c’è sempre un lato positivo: ho sentito la vicinanza della gente di Napoli e dell’Algeria, non me l’aspettavo. Ho sentito un affetto che mi ha consentito di accorciare i tempi di recupero lavorando duro. Essere riusciti a bruciare le tappe è stato merito dei dottori del Napoli, che sono una cosa pazzesca. Non me ne rendo ancora conto, ma ogni volta che scendo in campo sento il mio ginocchio che va benissimo e voglio ringraziarli tanto per questo. Hanno lavorato 10 ore al giorno per me, tra le doppie sedute e il lavoro a casa”.
Koulibaly ha sperato tanto di ritrovarti presto in campo. “Per me ormai non è più un amico, è un fratello, fa parte della mia famiglia. Sarò sempre al suo fianco quando ne avrà bisogno, fino alla fine della mia vita. Ho tre amici così importanti per me, Kou è tra questi ed è una persona speciale”.
Sarri ha detto di te che non sei umano… “Il mister lo dice a voi questo, a me dice che sono ancora lento (ride…). Ieri mi ha detto che Tommaso è rientrato prima di me pur essendosi operato dopo”.
Cosa ti è mancato? “La lotta per gli obiettivi importanti della squadra. So che i ragazzi non hanno bisogno solo di me, ma voglio vincere per questa città, sento nell’anima la voglia di combattere. A fine stagione scorsa ci siamo detti delle cose, e l’obiettivo che ci siamo dati è diventato per me una ragione di vita” .
Nella tua testa c’è una data per rientrare? “No, non ce l’ho. Se pensassi ad una data vorrei anticiparla. Non decido da solo, non posso dirla né pensarci. Dobbiamo concentrarci sul campo e non sul rientro di me ed Arek. Il dottore è un fenomeno, dirà lui la data”.
Ci pensi alle partite di maggio…“Ho chiesto al dottore di farmi giocare fino a maggio, dopo se avrò altri problemi non fa niente. Voglio che il mio corpo regga fino a fine stagione, poi ci sarà tempo per rilassarci in vacanza”.