Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, a seguito della scomparsa di Diego Armando Maradona.
Di seguito le parti salienti dell’intervista, che si può leggere integralmente sul quotidiano in edicola oggi:
“Appena ho sentito la notizia ho pensato che non fosse vera. Però poi sono arrivate le telefonate.. Prima di tutto per me Maradona è stato un amico. Lui è stato il Picasso del calcio, un interprete straordinario di questo sport e con un gesto poteva rendere bellissima una partita insulsa. Poi è stato un avversario, ma mai un nemico. Diego mi telefonò e mi chiese di allenare il Napoli, mi fece piacere questo suo desiderio di avermi lì con lui.
Giocare contro Diego era come avere sempre una spada di Damocle sulla testa, conservo gelosamente un pallone firmato da lui, Pelè e Di Stefano. Maradona era praticamente immarcabile, al Mondiale dell’86 si propose Bagni di marcarlo ma non lo vide mai; la sua è stata una vita di prodezze fuori dalla norma. Lui è stato un uomo buono, tutti i suoi compagni di squadra ne hanno parlato sempre bene.
Diego ha fatto una straordinaria operazione di pubblicità al calcio e quando regali emozioni alla gente, questa ti sarà riconoscente a vita. Dobbiamo esser felici per averlo visto all’opera.“