Lunga intervista doppia quella che la Gazzetta dello Sport ha proposto oggi in edicola, che vede in Mancini e Sacchi i due protagonisti.
Mancini e Sacchi, intervistati da La Gazzetta dello Sport, si lasciano andare nel parlare di tanti argomenti; argomenti che comprendono l’Italia, l’Europeo ed il campionato di Serie A, comprese alcune delle trattative più importanti di questo mercato.
Di seguito le parti salienti.
Mancini
“Cruijff una volta mi disse che “l’Italia non può vincere, ma contro di loro puoi perdere”. Questo è quello che dobbiamo cambiare ed è quello che sto cercando di fare. Ai ragazzi piace giocare ed infatti mi seguono con entusiasmo quando ho detto loro cosa volevo.
Per Zaniolo mi spiace, sarebbe migliorato ancora. Al telefono l’ho sentito bene e può farcela a recuperare per l’Europeo. Tonali cresce mentre Castrovilli più gioca, più migliora. Immobile e Belotti è importante che continuino a segnare e che arrivino bene a giugno.
Chiesa ha bisogno della fascia e deve pensare che lo aspetta un grande Europeo; io ho detto a suo padre che deve ritrovare tranquillità ed allegria. Bernardeschi deve dare di più, Balotelli lo faccio seguire sempre ma avrebbe dovuto segnare un gol a partita. Per Kean spero che Ancelotti gli dia una mano.
Per quanto riguarda i terzini, Emerson non gioca, De Sciglio neanche; Florenzi ha avuto momenti difficili mentre Biraghi è altalenante, Di Lorenzo ora fa un po’ il centrale ed un po’ l’esterno. Momento un po’ così, ma dovrò scegliere tra questi.
Il duello è aperto tra Inter e Juventus in campionato e c’è l’incognita della Lazio che non ha l’impegno europeo. Il Milan aveva bisogno di uno come Ibrahimovic, che ha carattere, per riportare entusiasmo. L’Atalanta può lottare per il quarto posto e non mi aspettavo il Parma così in alto.”
Sacchi
“Roberto, hai fatto bene a mettere due amichevoli toste prima dell’inizio dell’Europeo. La tua Italia è cresciuta tra i consensi e bisogna fortificarsi, il rischio maggiore è che i ragazzi perdano entusiasmo per giugno.
Belotti ti da più ascolto ed è meno istintivo rispetto ad Immobile. Locatelli ci ha messo due anni per recuperare la modestia mentre Berardi è aggressivo. Bonucci piace tanto a Guardiola perché è uno dei migliori a verticalizzare.
Il campionato è incerto, ma incerto non significa bello. Eriksen all’Inter? Nessun giocatore può cambiare una squadra. Per quanto riguarda l’Atalanta, non si può chiedere di più perché tutto quello che fa è in più. Il Verona è un capolavoro in campionato, non ha speso quasi niente.
Non c’è da vergognarsi nel saper fare il contropiede, è una delle cose che sappiamo fare meglio.”
per l’intervista completa si rimanda a La Gazzetta dello Sport in edicola oggi.