L’allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, ha parlato nella conferenza stampa di presentazione della partita contro l’Atalanta. Al centro, la sconfitta contro la Juve in Coppa Italia.
“Quando dico che l’esperienza non si compra e che 7/8 mesi al top non si potevano fare lo sapevo. Ricordate come faticavamo a giocare dopo aver rifatto la preparazione da zero e facevamo fatica a correre. Alcuni giocatori hanno fatto 50 partite, non è normale. Poi io so che molte responsabilità sono mie, ma certe cose possono succedere con i giocatori più esperti, figuriamoci coi giovani. Il problema è paragonare il Milan di un tempo con quello di oggi, non si possono fare i paragoni. Se poi a rimettere ci sarò io… pazienza. Continuerò a fare questo lavoro, ma adesso la cosa importante è toccare con mano a anche le cose buone. Il 4-0 è bugiardo, non esiste. Abbiamo preso 4 pappine per gli errori singoli, ma non è tutto da buttare. Ora non si possono fare i paragoni col passato, ma non possiamo più piangerci addosso e lavorare, anche la Juve ha avuto quattro o cinque anni senza coppe. Serve qualche lacrima e qualche bruciore in meno e lavorare.
Il Milan finirà la stagione con 57 partite. Se si arriva settimi il primo impegno è il 26 luglio, ma non vai in ritiro l’11 giugno. Non fasciamoci la testa, vedremo. Io comunque voglio giocare due volte a settimana anziché una, preferisco andare in Europa che stare a casa. Avrei fatto di tutto per vincere la Coppa e la paura più grande è quella di non vincere. La difficoltà più grande è come arriviamo fisicamente e mentalmente a questi 180 minuti. Bisogna mettere i ragazzi in condizione di arrivare alle due partite con tanta voglia di giocare quelle due partite.
Di mercato parlate con Mirabelli e Fassone, io sono l’allenatore. Poi voi dimenticate l’età dei ragazzi e guardate solo allo stipendio, ma Donnarumma ha 19 anni e per giocare a calcio serve tranquillità. Donnarumma non è tranquillo e questo pesa. Prima della finale ho sentito cose incredibili, incontro col PSG e cose simili. Se poi queste cose vengono dal suo entourage non lo so, ma non importa. Ho fatto il calciatore per 20 anni, so benissimo che i problemi personali influiscono sulle prestazioni.
Squadre B? Sono qualcosa di straordinario, ma non lo ha inventato uno scienziato…quando sono andato a Glasgow, 21 anni fa già, c’erano e in Spagna ci sono da anni. È una possibilità in più per crescere, far respirare una certa aria ai giocatori. L’importante è poi è mantenere alto il livello del campionato.
Ieri abbiamo fatto un grande allenamento, non me l’aspettavo, questi giorni si è lavorato sulla testa dei ragazzi, gli ho detto di non pensarci. E’ normale che siano sconfitte che bruciano, specialmente a chi ha commesso qualche errore. Non dobbiamo però dare colpe a nessuno, il primo responsabile sono io. In questo momento dobbiamo metterci a disposizione di chi ha pagato qualcosa. Serve disponibilità nel farsi trovare pronti. E’ tutto l’anno che l’Atalanta è in forma, hanno grande mentalità e forza fisica. Domani dobbiamo ripartire dai primi 55′ contro la Juventus, che abbiamo giocato bene. Dobbiamo fare attenzione alla loro forza fisica, non lasciano un centimetro. Vengono sempre in avanti, bisogna giocare tecnicamente bene, con veemenza, senza perdere palla in uscita, altrimenti ti ammazzano.
Boban? E’ venuto a parlare con la società di questo nuovo progetto. Mi ha fatto piacere, abbiamo parlato anche degli anni insieme. Sono rimasto colpito dal progetto del Mondiale per Club ogni quattro anni.
Ho visto tanta delusione, si toccava con mano già nello spogliatoio dell’Olimpico. La delusione era per i nostri tifosi, per non aver vinto la finale. Da parte mia c’è stata tanta lucidità, sapevo già da prima della partita contro la Juve che avremmo avuto 180′ di fuoco contro due squadre che stanno benissimo. Ho detto alla squadra di accantonare la delusione, perché ci stiamo giocando ancora tanto. Fa parte dello sport, l’ho vissuto sulla mia pelle anche da calciatore. Abbiamo il dovere di arrivare in Europa League”.