Editoriale

Garcia da quando è arrivato a Napoli, lunedì ha fatto la prima cosa ‘Napoletana’

Garcia da quando è arrivato a Napoli ha fatto per la prima volta lunedì una ‘cosa napoletana’.

 

Napoli è un unicum nel panorama calcistico internazionale.

È l’unica grande città ad avere una sola squadra di calcio.

La fusione tra territorio e club è totale: Napoli è il Napoli.

Lo capiscono, presto, tutti quelli che arrivano da queste parti e tanti ne traggono benefici, di cui comprendono la reale portata, soprattutto. quando vanno via.

Nel recente passato non solo i calciatori ma,anche, i mister si sono immersi nel contesto ambientale partenopeo.

Da Benitez a Sarri, passando per Ancelotti fino a Spalletti.

Ognuno, a modo proprio, si è fatto testimonial della città: Esaltandone le bellezze, facendosi leader di una rivoluzione ideologica calcistica o sublimandone sogni e passione.

Insomma tutti napoletanizzati, pronti a cogliere ed esaltare l’afflato e l’orgoglio di una terra maestosa e contraddittoria ma che soffrirà, sempre,della sindrome di capitale perduta.

Tutti, tranne Garcia che da quando è arrivato a Napoli ha nominato pochissime volte l’ambiente, tranne che in generici ringraziamenti ai tifosi.

Ha evitato di sottolineare il valore del triangolino cucito al centro di queste maglie che non rappresentano solo una squadra ma una terra dai confini indefiniti sul pianeta.

Insomma il mister venuto dalla Francia, via Roma, ha mantenuto un distacco che tutti hanno notato, soprattutto nell’anno in cui lo scudetto ha irradiato ovunque la luce della città.

Sicuramente sarà questione di carattere, abitudini e affinità e,magari, tempo per conoscere l’ambiente.

Ognuno vive il proprio lavoro nel modo in cui ritiene più opportuno e l’ empatia non condiziona la professionalità.

Certo, in costanza di risultati positivi si sarebbe notato di meno ma data la situazione riempie il chiacchiericcio polemico.

Lunedì nel giorno delle celebrazioni in memoria di Maradona, Garcia ha fatto la prima cosa ‘napoletana’ rendendo omaggio a Diego nel cuore di Napoli.

È stata un’ occasione per immergersi nel ventre della città attraverso il  flusso eterno e universale del mito maradoniano.

Un primo passo nella realtà umana che costituisce l’essenza di un popolo che vive fuori dai confini tecnici di Castelvolturno.

Un primo passo ma ogni viaggio ha bisogno di un inizio purché nasca dal cuore ed abbia una meta.

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