Rudi Garcia, in una lunga intervista concessa al media Carré di Raphael Domenach e riportata da Gazzetta. It Attacca tutti:
Comincia con Mazzarri l’allenatore ha preso il suo posto sulla panchina del Napoli, definito un “tocard”, una sorta di sfigato:
“Non ha classe e non mi ha mai ringraziato dei punti che gli ho lasciato, e del fatto che gli sarebbe bastato vincere una partita per qualificarsi per gli ottavi di Champions“.
Garcia ricorda con irritazione, anche, l’intervista concessa quando era ancora sulla panchina del Napoli
“Per spiegare come avrebbe fatto giocare la squadra”.
Sulla sua esperienza napoletana:
“Ancora oggi c’è chi mi scrive ricordandomi che il tempo è gentiluomo.
Sapevo che mi prendevo un rischio arrivando in un club che aveva appena vinto lo scudetto.
Di solito non vado in squadre dove non posso fare meglio, ma era il Napoli e la Serie A.
Inconsciamente i giocatori pensavano di rifare esattamente come l’anno prima: non funziona così“. Per questo Garcia avrebbe chiesto calciatori che gli sarebbero stati negati
“Volevo un difensore, come Aguerd, e un mediano possente. Invece hanno preso giocatori di prospettiva e non è un caso che siano stati prestati altrove“.
Il francese inoltre voleva che si rinnovassero subito i contratti di Osimehn e Zielinski “per metterli nelle migliori condizioni in campo“. “
Ho visto poi che invece quest’anno hanno investito molto per un difensore come Buongiorno e un mediano come McTominay“.
Sul suo esonero: “Il vero coup de théâtre sarebbe stato quello di tenermi e forse si sarebbe qualificato per la Champions, invece di finire decimo.
Magari ha detto quelle cose perché si è reso conto di essere stato un po’ cogl.., e per coprire certi errori strategici“.
Sul rapporto con ADL:
“All’inizio pensavo di avere a che fare con un gentleman, invece si è rivelato qualcuno che si immischia in cose che non gli competono.
Ho pagato il fatto di avergli detto di rimanere al suo posto.
Lui mi rispose che non poteva proteggermi se non lo ascoltavo. Ma io non ho bisogno di essere protetto.
Voleva che facessi giocare 45′ minuti un giocatore e poi altri nella ripresa e non è a sessant’anni che mi si viene a dire chi mandare in campo.
De Laurentiis è uno che capisce di cinema, ma non molto di calcio. Quando arrivai tutti volevano andarsene, e si lamentavano di essere pagati poco. Quindi ho lavorato per per risollevare l’ambiente.
Il ds Giuntoli se n’era andato e nessuno interveniva quando per esempio Osimhen o Kvaratskhelia non accettavano di essere sostituiti.
Sarebbe stato più opportuno annunciare subito di puntare alla qualificazione per la Champions“.