A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto il professor Massimo Galli, direttore malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano.
“La gente si deve vaccinare ed abbiamo ancora il problema di persone che fanno manifestazioni contro la vaccinazione, di leggende metropolitane che riguardano elementi di negatività. Questo va superato. Sembra di rivivere la storia degli untori di manzoniana memoria. Io non voglio disprezzare o demonizzare. Dobbiamo informare e persuadere. Ci sono persone in malafede che assumono determinate posizioni, ma molte altre persone non sono così provvedute di conoscenze e si barricano dietro queste posizioni. Non si può più sentire una storia del tipo “vedrete cosa succederà ai vaccinati tra 10 anni”. C’è la volontà di utilizzare queste posizioni assolutamente fasulle e prive di ogni base scientifica per crearsi un seguito può darsi una visibilità. Riferimento a Lega e Fratelli d’Italia? Mi sembra evidente che strizzino l’occhio ad un certo elettorato che sopravvalutano nel numero. Invece, dovrebbero fare riferimento al senso comune e ti viene qualche sospetto sulla buona fede e sulla correttezza per ottenere un piccolo vantaggio elettorale. Giusto il Green pass obbligatorio per i calciatori professionisti condivido la scelta della FIGC, servirebbe a tutti coloro che fanno sport di contatto, anzi sarebbe stata da attuare anche già prima. I problemi che ha creato non vaccinare tutte queste persone sono ben superiori. È un discorso di idoneità a determinate mansioni, non utilizziamo un concetto di obbligatorietà che creerebbe lungaggini enormi. Se fai il medico o l’infermiere e non sei vaccinato e puoi portare ai tuoi pazienti un’infezione, allora non sei idoneo alla mansione. Vale lo stesso per i calciatori, fai uno sport di contatto e collettivo e così ti metti nella miglior condizione possibile per non essere infettato e non infettare. Questione stadi aperti? Si sta prendendo tempo per capire come va la campagna vaccinale. Magari sono vaccinati quelli delle tribune e non delle curve ad esempio, allora si sta prendendo tempo per capire quanta gente vaccinata può entrare allo stadio con il green pass. Problemi e storture ancora ne esistono, ma non sul concetto di fondo né sul suo utilizzo. Le infezioni sono numerose, attualmente, ed è molto probabile che un giovane asintomatico non faccia il test con una diffusione rapida. Poi, post vacanza ci sarà una redistribuzione di virus e varianti da un paese all’altro. Il criterio suggerito dal Governo è prudenziale. Quello che è importante è l’elasticità nel comprendere che ci possono essere momenti nel quale poter dare la possibilità di allargare i cordoni”.