La sonora sconfitta con i tedeschi potrebbe spingere il CT a rivedere le sue scelte in vista degli Europei. Manolo torna in gioco. Conte agli Europei non potrà a fare a meno del trio difensivo della Juventus Barzagli, Bonucci e Chiellini. La sconfitta con la Germania ha certificato che dietro i tre bianconeri, eccezion fatta per i giovani inesperti Rugani e Romagnoli, le alternative di qualità sono poche se non addirittura nulle. Ma il CT deve affrontare anche il problema dell’attacco che segna poco. Nel 2015-2016 l’Italia in quattro partite di qualificazione ha segnato appena sette gol (solo quattro segnati dagli attaccanti 2 Pellè, 1 a testa El Shaarawy ed Eder), malgrado le difese di Malta, Bulgaria, Norvegia e Azerbaigian non fossero insuperabili. Nelle quattro amichevoli successive l’Italia ha segnato cinque gol (tre con gli attaccanti Gabbiadini, Insigne, El Shaarawy), però le difese erano più competitive (Belgio, Romania, Spagna e Germania).
Quali attaccanti dovrà quindi portare in Francia Conte per formare un reparto offensivo competitivo? Fuori gioco Balotelli, Matri, Cerci, Pazzini, Paloschi e Destro (non gioca in nazionale dal novembre 2014), sarebbe da folli rinunciare a Pellè (unico attaccante fisico) e a Insigne (unico attaccante veramente fantasioso). Ma il calcio non è una scienza perfetta.
Restano sette candidati. Okaka con l’Anderlecht ha segnato tanto in Belgio ma ha visto poco la porta quando ha giocato in Italia. Immobile, come El Shaarawy, è reduce da esperienze poco brillanti all’estero, però l’attaccante della Roma ha mostrato di essere in netta crescita e di essere tornato un attaccante affidabile. Bernardeschi è un giovanotto di qualità ma ancora acerbo, mentre Eder da quando a gennaio è approdato all’Inter ha giocato poco e segnato meno (0 gol in 8 partite). Zaza non è titolare nella Juventus, però sembra godere di una corsia preferenziale un pò per il debole di Conte verso il bianconero, un pò perchè potrebbe tornare utile avere un’ossatura juventina affiatata.
Resta Manolo Gabbiadini. Per le sue caratteristiche è la variante di attaccante che è mancata a Conte contro Spagna e, soprattutto Germania. La sua mancata convocazione non può essere collegata alle poche presenze nel Napoli (in questa stagione coppe comprese rispetto a Zaza ha collezionato sei presenze in più, 24 contro 18), tanto meno ai gol segnati (comprese le coppe 7 gol Zaza, 6 Gabbiadini).
Gabbiadini dovrebbe essere la prima scelta di Conte per la sua capacità di controllare la palla in corsa. Come pochissimi al mondo ha una rapidità di calciare con il suo sinistro tiri improvvisi, forti e precisi. Bravo anche in acrobazia come ha dimostrato contro il Genoa, sa fornire utili assist ai compagni (chiedere a El Kaddouri). Gabbiadini è l’unico attaccante italiano (con Insigne) a saper calciare i tiri da fermo, arma spesso vincente in competizioni brevi come gli Europei. Sarri ha visto Gabbiadini in crescita ed è convinto che sarà l’arma in più del Napoli in questo finale di stagione. Conte potrebbe sfruttare anche la freschezza e la rabbia interiore che Gabbiadini aspetta di liberare dopo aver trascorso una stagione all’ombra di un mostro sacro quale Higuain.
Facendo il verso ad una canzone: “Conte prima di convocare pensa” .
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