Pochi spettatori allo stadio, tanti comodamente seduti sul divano di casa davanti la TV. Questa è l’immagine che l’Italia manda all’estero dello sport più seguito nel Belpaese.
Il calcio italiano è sempre meno appetibile e poco invoglia gli investitori stranieri, oltre a scoraggiare i campionissimi a giocare in Italia. Le cause potrebbero essere tante, anche se i fari vengono puntualmente indirizzati sulle strutture poco accoglienti e sulla crisi economica.
Quanto le dirette TV abbiano influito sulla “fuga dagli stadi” è difficile dirlo, perchè anche in Inghilterra, Germania e Spagna è possibile seguire le partite comodamente da casa ma, al tempo stesso, gli stadi sono ugualmente pieni.
In Italia, fatta eccezione per qualche big match, neanche le coppe europee attirano gli spettatori di quelle squadre che per la prima volta si misurano sul palcoscenico internazionale, vedi il Sassuolo.
Non fanno eccezione i tifosi del Napoli. Una volta la loro passione faceva riempire il San Paolo in ogni ordine di posto e non c’era crisi economica, diretta Tv o sediolino scomodo che li potesse spingere a disertare lo stadio.
Ma non è più così. Ovviamente c’è chi diserta suo malgrado per esigenze economiche, considerando anche che la SSC Napoli non prevede tariffe ridotte. Ma gli altri? Un sondaggio tra i tifosi ha portato alla luce una serie di elementi che avrebbero portato a vedere troppo spesso il San Paolo semi deserto:
- prezzo dei biglietti: però stranamente con il Benfica (prezzo minimo €40) le presenze sono state superiori alla partita con la Lazio (prezzo minimo € 18);
- il San Paolo è poco accogliente: però è stato tale sia nella sfida con il Chievo (meno di 20.000 spettatori) sia con il Frosinone la scorsa stagione (oltre 56.000 spettatori malgrado il nubifragio che si era abbattuto su Napoli quella serata);
- Napoli poco competitivo: eppure è il miglior Napoli della storia dopo quello di Maradona e tanto con Benitez quanto con Sarri spesso al San Paolo si è visto uno spettacolo più che decoroso;
- De Laurentiis presidente non tifoso: quindi se dovessero arrivare proprietà straniere la situazione potrebbe addirittura peggiorare?;
- la mancanza di stimoli legata alla difficoltà di vincere un trofeo: ma il motto principe non è “solo la maglia”?
Fatta eccezione per pochi davvero innamorati del Napoli, sembra che il pubblico napoletano si sia imborghesito. Sembra snobbare ogni avversario in ogni competizione. Neanche più le supersfide con la rivale storica Juventus fanno registrare il tutto esaurito.
Focalizzando l’attenzione sulle partite di Champions League e le due che nelle ultime stagioni hanno fatto registrare il maggior numero di presenze, è possibile osservare che non sempre il maggior numero di spettatori è legato al prezzo del biglietto e, ovviamente, a una diversa ospitalità offerta dal San Paolo.
Il tifoso napoletano sembra invogliato solo a presenziare a quelle partite destinate a diventare un evento da consegnare alla storia, solo per poter dire un giorno “Io c’ero”. Magari solo per vantarsi di aver gridato “The Champions” o aver cantato “Un giorno all’improvviso”. Facile prevedere che il prossimo pienone si registrerà con la Juventus quando è in programma il festival degli insulti e delle pernacchie a chi è considerato un traditore. Magari, se l’urna è “benevola”, negli ottavi di finale di Champions League il Napoli potrebbe sfidare Real Madrid o Barcellona. Sarebbe una vera “fortuna” poter essere parte integrante di un altro evento.
Una volta il pubblico napoletano era il dodicesimo uomo in campo che permetteva al Napoli di vincere anche partite sulla carta proibitive. Quel sostegno che non c’è più va considerato complice di vittorie mancate.