Lo scrittore Angelo Forgione commenta sul suo profilo Facebook la partita in programma questa sera tra la Roma e il Napoli.
“ROMA-NAPOLI, 35 ANNI DI STUPIDA OSTILITÀ
Che tristezza questi trentacinque anni di rozza ostilità tra romanisti e napoletani, dopo qualche anno di festosissimo gemellaggio giallorosso-azzurro, il più bello della storia del campionato italiano. E se vi dicessi che quell’amicizia nacque dopo un caso simile a quello purtroppo luttuoso di Ciro Esposito ci credereste?
Dovreste, perché il 2 dicembre del 1973 a rischiare la vita fu il tifoso partenopeo Alfredo Della Corte, 17 anni. Aveva una bandiera in mano all’esterno dello stadio Olimpico e la sventolò gridando “Forza Napoli”. Fu aggredito con un coltello a serramanico, e poi raggiunto da un colpo di pistola che gli perforò la bocca e gli spezzò nove denti, fermandosi miracolosamente nella mascella, ad un solo centimetro di distanza dalla giugulare. Si salvò per miracolo.
Eppure, qualche anno più tardi, fiori il famoso gemellaggio che ancora tanta nostalgia fa ai più attempati tifosi. Dimostrazione che riconciliarsi si può, anche se poi gli equilibri delle masse e delle appartenenze sono sempre assai precari.
Salvatore Bagni insiste a tenersi la colpa della rottura dell’ottobre 1987, che gli è stata data per il gesto dell’ombrello al culmine del tesissimo match pareggiato in nove contro undici. Neanche lui ragiona più di tanto sul fatto che se fece quel gesto è perché la curva dei romanisti era stata ferocissima con il Napoli e i napoletani, cioè, il gemellaggio era stato già rotto nel prepartita. Volontà degli ultras giallorossi, intolleranti da un anno abbondante rispetto al passaggio in Azzurro del lazialissimo Bruno Giordano, ma anche infastiditi dall’inversione delle gerarchie.
Accade spesso a ottobre questo “derby del sole” in quel di Roma. Oggi come il giorno della frattura definitiva, e come quello di due anni più tardi, anno 1989, quando fu proprio la feroce aggressione verbale di tipo razzista dei romanisti all’indirizzo dei napoletani a determinare l’ingresso della “discriminazione territoriale” nel Codice di Giustizia sportiva. È storia, e dice che, dal Napoli di Maradona a quello di De Laurentiis, quanto più è forte la squadra partenopea tanto più è forte l’aggressione ai napoletani.
Non è un caso, purtroppo, che Roma-Napoli sia ritenuta gara ad altissimo rischio dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive. Fa un certo effetto a pensare che c’è stato un tempo in cui il match del Centro-Sud che resiste al Nord è stata la festa più bella del calcio italiano.”