Arrivato a Napoli due estati fa, dopo un campionato di grande spessore ad Empoli, Piotr Zielinski è riuscito a ritagliarsi un posto importante nelle gerarchie di Maurizio Sarri.
Non è ancora diventato un titolarissimo, ma lo si può tranquillamente definire “l’uomo in più” del Napoli: merito della sua continua crescita e delle sue ottime doti, che hanno portato il suo allenatore a paragonarlo a Kevin De Bruyne. Certo, il fuoriclasse del City, al momento, gli è indubbiamente superiore, ma il paragone non sembra poi così azzardato, tenendo anche conto del fatto che il polacco, a poco meno di 24 anni, sia già uno dei migliori centrocampisti del nostro campionato.
E i due hanno parecchie caratteristiche in comune: entrambi hanno una grandissima visione di gioco e amano avvicinarsi alla linea difensiva per ricevere il primo passaggio e far ripartire l’azione dalle retrovie; servono un buonissimo numero di assist (De Bruyne è uno dei migliori al mondo, mentre Zielinski è un maestro del “third pass”, il passaggio che precede l’assist) e hanno una buonissima confidenza con il gol; entrambi molto dinamici (l’accelerazione e la percussione di Zielinski possono essere devastanti) e dalla grande personalità, tant’è che non hanno minimamente subito la pressione del passaggio ad una “big”.
Ma la loro bravura va estesa anche alla fase difensiva, in cui Zielinski è molto migliorato: il loro dinamismo gli consente di giocare a tutto campo; bravissimi nel pressing, sia a zona che sul portatore di palla avversario, e De Bruyne, grazie alla sua velocità di pensiero, è in grado di capire in anticipo come si svilupperà l’azione, cosa che gli permette di sapere come muoversi per intercettare il pallone o, quantomeno, ritardare le ripartenze avversarie.
Entrambi hanno, inoltre, una grande duttilità e, curiosamente, gli è capitato di giocare sulla fascia. Così come Guardiola è stato fondamentale per De Bruyne, che è diventato ormai il fulcro del suo gioco, oltre ad essere uno dei migliori calciatori al mondo, così Sarri è stato importantissimo per far fuoriuscire le qualità del giovane polacco. Che, come confermato da lui stesso in un’intervista rilasciata oggi a Radio Kiss Kiss Napoli, deve ancora lavorare tanto per raggiungere i livelli del collega belga e, soprattutto, del suo modello, Marek Hamsik.