Piotr Zielinski ha appena iniziato la sua terza stagione con la maglia del Napoli, squadra in cui approdò dopo essersi messo in mostra con la maglia dell’Empoli.
Fu proprio Maurizio Sarri a volerlo in azzurro, dopo averci lavorato in Toscana, anche se fu Marco Giampaolo a tirare fuori il meglio dal centrocampista polacco. Cresciuto nelle giovanili dello Zabglebie Lubin, una delle più importanti squadre polacche, fu, ovviamente, l’Udinese a notarlo e a portarlo in Italia, quando aveva solo 17 anni. In Friuli, però, non trova moltissimo spazio e così viene girato in prestito all’Empoli dove rimane per due anni e, come detto, da il meglio di sé, convincendo il Napoli e Sarri a puntare su di lui.
Ma prima di iniziare la sua avventura in azzurro, Zielinski si toglie una bella soddisfazione, partecipando agli Europei in Francia, con la sua Nazionale. In Campania, l’inizio è un po’ in sordina, visto che Sarri lo utilizza principalmente come riserva dell’insostituibile Allan. Ma le cose cambiano a partire dal 2 dicembre del 2016, quando Zielu segna il suo primo gol in maglia azzurra, aprendo le marcature nel 3-0 rifilato all’Inter, per poi ripetersi, una settimana dopo, a Cagliari.
Il suo rendimento cresce a vista d’occhio e costringe il tecnico a puntare sempre più spesso su di lui, quasi quanto un “titolarissimo”, soprattutto nella seconda stagione, in cui il polacco gioca, complessivamente, 47 partite, condite da 7 gol: va a segno in campionato contro Atalanta, Bologna, Milan e Torino, e segna il suo primo gol in Champions League nell’illusorio 3-0 contro lo Shakthar Donetsk (va a segno anche nella sciagurata trasferta di Rotterdam contro il Feyenoord). La cosa che sorprende più di tutte e la sua duttilità, che permette a Sarri di poterlo schierare, oltre che nel classico ruolo di mezzala, anche come esterno offensivo, sia a destra che a sinistra, come avvenuto in occasione della doppia sfida di Europa League contro il Lipsia, nella quale ha realizzato anche un gol.
Viene convocato per i Mondiali in Russia ma il suo percorso, e in generale quello della Polonia, non è molto esaltante, visto che la squadra viene eliminata già alla fase a gruppi. Nel frattempo, in tanti iniziano a paragonarlo a Kevin De Bruyne, su tutti la leggenda polacca Zibi Boniek e il suo, ormai ex, allenatore Maurizio Sarri.
In un focus realizzato a inizio marzo (clicca qui per leggerlo), abbiamo analizzato le similitudini e le differenze con il centrocampista belga: entrambi hanno una grandissima visione di gioco e amano avvicinarsi alla linea difensiva per ricevere il primo passaggio e far ripartire l’azione dalle retrovie; servono un buonissimo numero di assist (De Bruyne è uno dei migliori al mondo, mentre Zielinski è un maestro del “third pass”, il passaggio che precede l’assist) e hanno una buonissima confidenza con il gol; entrambi molto dinamici (l’accelerazione e la percussione di Zielinski possono essere devastanti) e dalla grande personalità, tant’è che non hanno minimamente subito la pressione del passaggio ad una “big”.
Zielinski se la cava discretamente anche in fase difensiva, che non è proprio una delle sue principali prerogative, ma, considerando il fatto che ha ancora 24 anni, ha margini di miglioramento molto alti. Piotr ha impressionato, positivamente, anche Carlo Ancelotti, sin dal suo (tardivo, a causa del Mondiale) arrivo a Dimaro. Finora è sempre stato schierato dal primo minuto dal nuovo tecnico azzurro, nonostante la presenza di Fabian Ruiz e l’ingente esborso economico fatto dalla società per l’acquisto dello spagnolo.
Zielu ha ripagato con un’ottima prestazione contro la Lazio, prima di essere decisivo con una doppietta nella gara contro il Milan, che ha spianato la strada alla rimonta azzurra. Ha partecipato, poi, al tracollo della squadra contro la Sampdoria, ma la sensazione è che il polacco possa realmente rivelarsi l’arma in più del Napoli, consacrandosi definitivamente nell’Olimpo dei migliori centrocampisti in Europa. La società lo sa bene ed ha intenzione di rinnovare il suo contratto, inserendo una clausola rescissoria da capogiro, per respingere in partenza gli assalti delle big d’Europa. E intanto, lui dà sfoggio delle sue qualità anche con la maglia della Polonia: a farne le spese proprio la nostra Nazionale.