Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato in conferenza stampa a margine della presentazione di Rocchi come nuovo designatore arbitrale.
“L’Italia può vincere l’Europeo? La risposta è la stessa della vigilia, quando dissi che il sogno era arrivare a Wembley con un progetto entusiasmante. Mi sembra che l’obiettivo sia stato centrato, adesso può succedere di tutto. Dobbiamo continuare su questa strada e con questo entusiasmo e spirito di gruppo che contamina tutto il nostro Paese.
A livello personale, rientrare in uno spogliatoio dopo una partita come quella di ieri e vedere un clima comunque triste a causa della perdita per infortunio di un giocatore come Spinazzola, credo sia uno dei momenti più belli della mia carriera di sportivo. Questi ragazzi nel silenzio hanno condiviso il dolore, anche fisico, di un compagno. Per me questo è un segno di bellezza, quello che stiamo cercando di trasmettere a tutti gli italiani. Mi dispiace tanto per Spinazzola, gli auguri un rientro veloce e rapido. Oltre ad essere un grande professionista, ha mostrato grandissime qualità umane. Gli mando un abbraccio e mi dispiace per quello che ha dovuto subire. Ha pagato un prezzo molto alto.
Final Four restano a Londra? Credo proprio di sì. Ieri abbiamo fatto una call con alcune federazioni, abbiamo sollevato alcuni temi delicati, tra cui quello legato al problema – che ancora non è venuto fuori – di portare i nostri tifosi a Wembley. Abbiamo avuto una disponibilità di 125 biglietti per la semifinale e di 1000 biglietti per la finale. Capite che abbiamo forti limitazioni. Capisco che c’è la pandemia e che ci sono le norme restrittive del governo inglese, cercheremo di migliorarle per quello che è possibile, staremo attenti senza correre rischi. Ma vivere con questi condizionamenti penalizza la parte bella di questo sport.
Questa Nazionale ha dimostrato fin dall’inizio di voler dare una nuova speranza a tutto il Paese e di voler raccontare una nuova storia agli italiani. I ragazzi hanno dimostrato di aver recuperato il sentimento di attaccamento e dedizione che era mancato in un momento così difficile.
Salernitana? Siamo in dirittura perché oggi scadono le condizioni che abbiamo posto. Non si cambierà una virgola da quello che noi abbiamo chiesto. Non è vero che il trust richiedeva solo alcune piccole sfumature, al di là di alcune comunicazioni arrivate, e lo dico chiaramente. È un trust che richiedeva una rivisitazione molto profonda cosa che in termini di rassicurazioni abbiamo avuto. Aspettiamo con molta ansia questa risposta dalle due società proprietarie della Salernitana e siamo convinti che si arriverà a una soluzione. E la soluzione ha un solo passaggio obbligato, prendere per atto dovuto tutto quello che abbiamo indicato.
Stadi? L’allarme l’ha lanciato la Lega di A, un allarme legittimo, probabilmente andava valutato e calibrato un po’ meglio, ma non entro nel merito delle loro valutazioni. C’è un confronto continuo e costante con gli organi di governo, stiamo lavorando per far sì che si arrivi con la massima tranquillità alla riapertura completa degli stadi. Questo è un processo che richiede comunque grande riflessione e soprattutto conoscenza di alcune dinamiche. Bisogna stare attenti a non correre il rischio di partire subito al 100% per poi dover richiudere tutto dopo una settimana. E’ indispensabile avere il pubblico negli stadi, e stiamo lavorando per partire con percentuali molto alte, ma il processo deve andare avanti con gradualità. Non bisogna perdere di vista il primo obiettivo, ovvero quello di saper conciliare con grande senso di responsabilità i nostri interessi economici con la tutela della salute dei nostri tifosi, altrimenti corriamo il rischio di chiudere gli stadi ancora per un altro anno”.