Trent’anni fa il Napoli acquistò Diego Armando Maradona. L’allora presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, sorprese tutti e mandò Napoli in delirio. Però oltre ad acquistarlo dopo sette anni lo dovette vendere. Il motivo? Ferlaino lo racconta in un’intervista a La Repubblica.
Ecco le sue parole:
Come le venne in mente di comprare Maradona?
“Antonio Juliano, che era il direttore generale, aveva contattato il Barcellona per un’amichevole. Accettarono precisando che Maradona non ci sarebbe stato per un infortunio. Ci informammo e scoprimmo che era falso, era in rotta con il club. Così partimmo. Ci chiesero 13 miliardi di lire, convinti che non avessimo i soldi”.
Invece?
“Invece niente, era vero, non li avevamo. Enzo Scotti, il sindaco, mi mise in contatto con Ferdinando Ventriglia, presidente del Banco di Napoli. Avevo i politici a favore e gli intellettuali contro. Una trattativa infinita, chiusa all’ultimo minuto”.
Perché i vostri rapporti furono così burrascosi?
“Un mese sì e un mese no. Io rappresentavo la società, l’ordine, il dovere. Lui ha natura da ribelle, ma è un ragazzo d’oro. Una persona che rispetta la parola data. Averlo portato in Italia per me è una medaglia e non avevo i soldi dei diritti tv. Oggi nessuno potrebbe prendere Messi. Ero nel calcio da 15 anni. Il Napoli si piazzava secondo, ottavo, quarto. Mi dissi: o smetto o compro Maradona”.
Come mai ha poi venduto Maradona?
“Ce lo tolse Blatter. Un giorno mi chiama e dice: la neve caduta è diventata una valanga. Fu un esproprio. Ma pretesi dal Siviglia l’intera cifra del rinnovo contrattuale”.