Serie A

Fallo di mano di De Ligt: una casistica non prevista

Il fallo di mano di De Ligt e la mancata assegnazione del calcio di rigore in favore del Bologna, nella sfida di ieri con la Juventus, ha suscitato molte polemiche.

C’è bisogno di fare chiarezza per capire il perché l’arbitro Irrati abbia deciso di non assegnare il rigore ai rossoblù.

Premettendo che non esiste più il concetto di involontarietà e che il tocco con il gomito del difensore olandese sia netto, non è stato concesso il penalty perché De Ligt prova a calciare il pallone.

Seppur in modo maldestro il calciatore bianconero colpisce il pallone che successivamente rimbalza sul braccio impedendo a Palacio di poter poi calciare in porta.

Il regolamento dice chiaramente che se il pallone rimbalza sul braccio dopo il tocco di un’altra parte del corpo del calciatore stesso, non è calcio di rigore. 

C’è però una variabile che non è prevista dal regolamento. All’interno di esso, infatti, si parla del pallone che viene toccato da un braccio provenendo direttamente da una parte del corpo del calciatore. Nel caso specifico di De Ligt il pallone, dopo aver toccato il piede del difensore olandese, rimbalza a terra e poi sul suo braccio.

Il braccio largo farebbe propendere per il calcio di rigore ma il regolamento recita, come detto in precedenza, che se il pallone è toccato da un’altra parte del corpo il fallo non può essere sanzionato.

La cosa che lascia perplessi è perché a Zielinski, in occasione di Fiorentina-Napoli, è stato chiamato il fallo di mano nonostante il pallone fosse rimbalzato prima sul petto e perché a De Ligt no.

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