Everton Sousa Soares, noto semplicemente come Everton, è il nuovo nome accostato nelle ultime ore al Napoli, alla ricerca di un valido esterno offensivo.
Nato a Maracanaù il 22 marzo 1996 cresce nelle giovanili del Fortaleza, prima di passare, nel 2012, ad appena 16 anni, al Gremio.
Nel 2014 viene promosso in prima squadra, debuttando il 19 gennaio, contro il Sao Josè, in una gara valevole per il campionato Gaucho.
Il 20 aprile dello stesso anno, esordisce anche nel Brasileirao, contro l’Atletico Paranense. In generale, viene utilizzato poco dal tecnico Portaluppi, vecchia conoscenza del campionato italiano.
Nella stagione successiva, trova il suo primo gol da professionista contro il Goiàs e dimostra, nell’arco di tutta l’annata, un maturazione che lo porta, progressivamente, a diventare un elemento fondamentale nello scacchiere di Portaluppi. Chiude la stagione con 14 presenze (di cui molte da subentrato) e 4 gol in campionato.
L’anno successivo, nonostante le presenze aumentino, realizza appena due reti in campionato, ma segna per la prima volta in Copa Libertadores, nel 4-0 rifilato, nella fase a gironi, alla Liga de Quito. Realizza anche un gol, quello del definitivo 3-1, nella finale di Coppa del Brasile, vinta contro l’Atletico Mineiro. Ma è la stagione 2016/2017 quella in cui Everton spicca definitivamente il volo.
Disputa ben 32 gare nel Brasileirao, realizzando 8 reti (compresa una tripletta alla Chapecoense) e servendo 5 assist. Viene, inoltre, impiegato in 10 gare di Copa Libertadores, compresa la finale d’andata contro gli argentini del Lanùs: il Gremio si impone sia all’andata che al ritorno, conquistando il prestigioso trofeo.
Consacratosi, ormai, come un potenziale crack, Everton raggiunge per la prima volta la doppia cifra in campionato, andando a segno per 10 volte in 28 apparizioni.
Segna anche 5 gol in Libertadores ma, soprattutto, mette la sua firma nella semifinale del Mondiale per Club, contro il Pachuca. Splendida l’azione personale, ai tempi supplementari di una gara tiratissima, sblocca il risultato, regalando ai suoi l’accesso alla finale, poi persa contro il Real Madrid. Si aggiudica, anche, la Recopa Sudamericana (equivalente della Supercoppa UEFA), al termine di un’intensa doppia sfida contro l’Independiente.
Nella stagione in corso, Everton ha già realizzato 6 reti in 12 partite stagionali (tra campionato e Libertadores), prima di prendere parte all’edizione 2019 della Copa America.
Dopo aver esordito in amichevole contro gli Stati Uniti, il 7 settembre 2018, Everton è entrato stabilmente a far parte dei convocati del commissario tecnico Tite.
Tite ha scelto di portarlo con sé per l’importantissima manifestazione continentale, ospitata proprio dal Brasile.
Nelle prime tre gare, Everton è già andato in gol due volte, all’esordio contro la Bolivia (3-0) e nel roboante 5-0 rifilato al Perù.
Nato come ala sinistra, destro naturale, il giovane brasiliano può essere impiegato anche sulla fascia opposta o, in alternativa, da seconda punta.
Alto 174 cm per 72 kg è dotato di un gran dribbling e di una velocità fenomenale. Sa anche essere molto freddo in area di rigore, come dimostrato dai 56 gol messi a segno in carriera.
È soprannominato Cebolinha, per l’enorme somiglianza con un personaggio dei fumetti.
Legato al Gremio da un contratto valido fino al 2022, ha una clausola risolutiva da 80 milioni di euro.
Seguito in passato anche dalla Roma e, soprattutto, dal Milan, è entrato nel mirino del Napoli come alternativa a Hirving Lozano.
Gli azzurri dovranno, però, fare i conti con la concorrenza del Manchester City, sempre in prima linea quando si parla di giovani di talento.