Non bestemmiate, dicendo che il calcio è solo business.
Non mentite, affermando che è uno sport come un altro.
Non date falsa testimonianza, raccontando che il calcio non è dei tifosi. Le bugie hanno le gambe corte.
Un ragazzo e una ragazza si conoscono una sera d’estate, sono passati quindici anni da allora. Si piacciono, si annusano, cercano qualcosa che alimenti la scintilla. Vediamo…
– “Ti piace il calcio?”
– “Ovvio, abbonata di lungo corso al Napoli”
– “Ma dai, non ci credo!”
Una sfida, una provocazione inaccettabile, Daniela lo guarda male.
– “Ma chi crede di essere questo!”
Pensa, mentre scava nella borsa indispettita. Poi lo trova. Si prende una pausa, un sorriso provocatorio le illumina il viso e lentamente, molto lentamente tira fuori qualcosa dal borsellino. Sembra un cartoncino colorato, anzi un ticket. Coca Cola. Buitoni fette vitaminizzate.
Brando ci impiega un po’ a capire, non era preparato. Prevenuto come tutti gli uomini, quando si tratta di pallone che sembra sempre un affare riservato a loro e che, poi, in fondo, le donne mica ci hanno mai giocato. Strabuzza gli occhi quando capisce. Resta muto, mette le mani in tasca, prende il portafogli e ne tira fuori uno uguale. L’altra metà del destino.
Due biglietti della partita di Coppa dei Campioni, Napoli vs Real Madrid del 30 settembre 1987. Rimasti nascosti, per 15 anni, nelle pieghe di portafogli, hanno attraversato freddi inverni e calde estati. Ascoltato risate e singhiozzi densi di lacrime. Ora sono lì si guardano sono le due metà di un cuore, rigorosamente azzurro ma soprattutto una solida base su cui costruire il futuro.
Passano altri 15 anni, nascono 2 figli, Camilla e Diego (ovviamente ndr) e ora si preparano a rivivere, da marito e moglie, le emozioni di quella partita. Perché, la fede nel Napoli, rafforza anche i matrimoni. Provare per credere. Ma non raccontartelo in giro. Shhh! C’è, ancora, chi vuole convincervi che il calcio è solo uno sport praticato da mercenari.
Si ringraziano la Dott.ssa Daniela Mele e il Dott. Brando Direttore.
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