L’ex terzino del Napoli, Giovanni Francini, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di 100x100Napoli. Francini ha parlato del suo Napoli e del Napoli di oggi, ha raccontato le emozioni vissute nella notte di Stoccarda ma anche come un giocatore supero il passaggio in una grande squadra. E non poteva mancare un pensiero su Maradona.
Queste le sue dichiarazioni.
Francini, questo Napoli ha somiglianze col suo?
“Abbastanza, a parte che manca un giocatore come Maradona, anche se in giro non ce ne sono e per molti anni non ne nasceranno come lui. Per il resto della squadra devo dire è un’ottima squadra che può far bene e speriamo che possa dare delle gioie come le ha date la nostra squadra”.
Lei è stato uno dei protagonisti che vinse la Coppa UEFA nell’88/89 col Napoli. Ricorda di quella doppia serata contro lo Stoccarda e le emozioni provate?
“Sono ricordi indimenticabili. Ricordo la gara in casa dove vincemmo un po’ a fatica 2-1 mentre a Stoccarda non ci fu partita. Facemmo una gara perfetta, vincemmo meritatamente. Fu una gioia incredibile perché vincere qualcosa a Napoli è diverso dal vincerlo in tutte le altre città in Italia”.
Non dimentichiamo il famoso gol al Real Madrid.
“Quella fu un’altra serata per me bellissima, un po’ meno per il risultato perché venimmo eliminata dalla, all’ora, Coppa dei Campioni, quindi bello per una cosa meno bello per un’latra, però una serata bellissima perché un San Paolo così pieno non l’ho mai visto”.
Dal Torino passò al Napoli, che era una grande squadra. Quando si fa un passaggio del genere spesso i giocatori ne soffrono un po’. Come si supera questo tipo di passaggio?
“La mia fortuna è che conoscevo già diversi giocatori che erano al Napoli quindi è stato abbastanza facile l’inserimento nella squadra. Con la città mi sono trovato subito a mio agio, è una città che amo infatti appena posso ci torno ancora e dopo tanto anni vedo che c’è ancora un affetto incredibile nei miei confronti da parte della gente”.
Maradona, che differenza c’era tra l’uomo e il giocatore?
“Non c’è tanta differenza perché comunque chi lo ha conosciuto, come me, come calciatore è il numero uno in assoluto ma anche come persona e come amico è una persona buona. Avrà fatto degli sbaglia ma con noi è sempre stato eccezionale: è un amico vero”.
Quale avversario temeva di più?
“Sicuramente in quei anni c’erano gli olandesi del Milan che erano davvero bravi. Sia Gullit che Van Basten quando dovevamo affrontare il Milan erano due brutte gatte da pelare”.
Questo Napoli, con Sarri, sembra aver trovato gioco e continuità. Merito del cambio modulo?
“Sicuramente, all’inizio ha fatto un po’ fatica ma i giocatori dovevano capire il suo modo di giocare, poi è cambiato qualcosa rispetto all’inizio e adesso nelle ultime partite si è visto veramente un Napoli in grandissima forma, gioca bene e ci fa ben sperare. Domenica c’è la gara con la Fiorentina, speriamo bene”.
Secondo lei chi è il vero leader?
“Ce ne sono diversi. Higuain è quello che spicca più di tutti, Insigne sta facendo benissimo come anche Hamsik e poi secondo me un grandissimo ritorno è quello di Pepe Reina che se lo avessimo avuto l’anno scorso il Napoli sarebbe, sicuramente, entrato in Champions League”.
Su quale obiettivo il Napoli deve puntare di più?
“Credo che quest’anno non c’è una squadra come magari poteva essere la Juventus negli ultimi anni che ammazzava il campionato. Ora tutte le squadre che all’inizio hanno avuto qualche problema adesso sono sullo stesso livello e quindi penso che il Napoli se la possa giocare e possa pensare di puntare a vincere il campionato”.
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