Ad oggi, dopo la sconfitta della Roma nel big match di domenica, con appendice polemica, sul piano sportivo, è la Juventus, ancora, la squadra da battere, almeno sul campo. In futuro, soprattutto se i progetti di sviluppo commerciale e di infrastrutture del club giallorosso andranno in porto, tale primato, potrebbe essere della Roma, almeno sul piano economico-finanziario. Per il momento in Borsa ed al calciomercato vince la Roma, mentre fatturato e conti incoronano la Juventus al vertice del calcio tricolore. Il Napoli, partito male in campionato e senza il tesoretto legato alla partecipazione in Champions League, potrebbe avere una virata negativa anche da un punto di vista dei conti.
Da una analisi di Sponsornet, a seguito del cambio di strategia degli ultimi anni, i dati di bilancio risulterebbero meno solidi del recente passato. Colpa di un’eccessiva dipendenza dai risultati sportivi e di ricavi commerciali non all’altezza di un ampio bacino di tifosi come quello degli azzurri. Inoltre, il Napoli, puntando su giocatori affermati con stipendi elevati, ha visto lievitare il monte stipendi al 60€ dei ricavi, a cui bisogna aggiungere i cosiddetti investimenti non produttivi, per circa 80 milioni, di calciatori a basso minutaggio.
Ad oggi, la SSC Napoli, è un’azienda più rischiosa rispetto al recente passato e, pertanto, fortemente dipendente dalla possibilità di realizzare anno su anno risultati aggiuntivi positivi dall’attività di mercato, scelta non condivisibile, ma sino ad ora ben operata dal suo azionista, che ha dimostrato di poter contare su di uno scouting molto valido.
Il Napoli, non ha nessun tesoretto da investire, avendo investito per intero il cash-flow operativo del 2014. La capacità di investimento, senza le plusvalenze, è di circa 20 mil.€ per anno, tenendo conto di risultati sportivi stabili, ciò, naturalmente, non è certamente sufficiente per poter competere su base internazionale, ed a quanto pare, anche in campionato. Appare quindi chiaro, che il divario sportivo tra il Napoli e le due capoliste, non sia solo sul campo, ma sia soprattutto di carattere gestionale ed economico.
Per adesso non c’è gara.
Il match in Borsa.
La Borsa, dove il Napoli non è presente, ha dato il suo verdetto: le azioni della As Roma hanno guadagnato lo 0,2% (0,67 euro), mentre quelle della Juve hanno fatto segnare un +1,33 (0,22 euro). Tuttavia nell’ultimo anno se il titolo bianconero si è apprezzato del 10%, quello romanista ha messo a segno un vero e proprio rally: +106%. La As Roma ha ora una capitalizzazione di 267 milioni, la Juventus di 230 milioni. Piazza Affari premia perciò la Roma.
I bilanci.
Sul versante dei conti i due club hanno pagato investimenti effettuati e politiche di rafforzamento con costanti perdite. Si tratta però di deficit con trend decrescenti che hanno evitato alla Juve un richiamo ufficiale della Uefa nell’ottica del fair play finanziario e che metteranno la As Roma, destinataria invece di un “alert” partito da Nyon nei giorni scorsi, nelle condizioni di dribblare sanzioni troppo penalizzanti.
La Juventus che ha da poco reso noto il progetto di bilancio al 30 giugno 2014 ha quasi raggiunto il pareggio di bilancio con una perdita di soli 6,7 milioni rispetto ai 15,9 milioni di rosso del 2013.
Il fatturato complessivo del club bianconero è salito da 283 milioni a 315 milioni. I ricavi da gare sono saliti da 38 a 40,9 milioni. I diritti tv hanno garantito 150,9 milioni contro i 163,4 milioni del 2013 (questa voce include i ricavi dalla partecipazione alle competizioni europee pari a 50,1 milioni). I ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità sono passati da 52,5 a 60,2 milioni (anche grazie al bonus di 6 milioni concesso da Fiat-Jeep in occasione del rinnovo dell’accordo che porterà dal 2015/16 nelle casse juventine 17 anziché 13 milioni). Le operazioni di calciomercato nella stazione 2013/14 hanno portato 35,3 milioni di plusvalenze nette. Sul versante dei costi si è registrato un aumento di quelli operativi da 227 a 246 milioni. In particolare, i costi per il personale tesserato sono saliti da 149 a 167 milioni, cui si sommano 50,8 milioni di ammortamenti per i cartellini. La somma di ingaggi più cartellini (217 milioni) supera quota 200 milioni indicata dal presidente Andrea Agnelli come ideale.
La Roma risponde con un bilancio al 30 giugno 2014, che presenta perdite per 38,6 milioni, in lievissimo miglioramento rispetto al rosso da 40,1 milioni della stagione precedente.
Il fatturato sale a 128,5 milioni di euro contro i 124,6 del 2013. In particolare, il botteghino (ricavi da gare) ha garantito incassi per 23,3 milioni, i diritti tv hanno portato 68,6 milioni e l’area commerciale (sponsorizzazioni e ricavi pubblicitari) 15,5 milioni. La Nike ha riconosciuto un bonus di 6 milioni come anticipo sulla stagione 2013/14 della sponsorizzazione avviata quest’anno. Le campagne acquisti invernale ed estiva del 2014 hanno generato inoltre 56 milioni di plusvalenze che si sono tradotte in proventi legati alla gestione operativa del parco calciatori (inclusi perciò minusvalenze e oneri da compartecipazione) pari a 30 milioni.
Ma crescono anche i costi operativi (+19 milioni rispetto alla stagione precedente) che pesano per 157,5 milioni. Il costo per il personale è aumentato da 94 a 107,5 milioni cui si sommano ammortamenti per 28 milioni. Il costo della rosa è pari a 135,5 milioni, di gran lunga superiore al fatturato operativo inferiore ai 100 milioni.
I conti, in definitiva, sono per ora nettamente a favore della Juve che genera poco meno del triplo dei ricavi strutturali (escluso il calciomercato) della Roma (280 milioni contro 100) e più del doppio includendo anche le plusvalenze, e minori perdite.
Le prospettive.
Per entrambe le squadre l’obbligo è andare avanti e bene in Europa. La Juventus con il progetto Continassa ed un rafforzamento dell’area commerciale punta a raggiungere e superare i 300 milioni di fatturato strutturale.
La Roma, ha concluso un aumento di capitale da 100 milioni, ha avviato il progetto del nuovo stadio accrescendo notevolmente il patrimonio tecnico della propria rosa. Inoltre, la boccata d’ossigeno della partecipazione in Champions che quest’anno potrà permettere di incassare fino a 50 milioni arrivando alle gare ad eliminazione diretta, aiuterà a sistemare i conti. Continuando a primeggiare in campo la As Roma insomma può legittimamente aspirare a portare il fatturato sopra quota 200 milioni e a scavalcare le milanesi nel “ranking” italiano mettendosi all’inseguimento della Juventus anche sul fronte economico.
E’ quindi palese il divario tra le tre squadre, ma, un adeguamento ed un miglioramento dell’area tecnica giovanile, un’adeguata struttura tecnico-sanitaria, aumento del brand attraverso diverse leve commerciali e il possibile progetto Stadio, renderebbero il Napoli maggiormente competitivo anche economicamente, con inevitabili risvolti anche in campo sportivo.
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