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[ESCLUSIVA]Giaretta DS dell’Udinese: “Vi svelo il segreto del nostro scouting. Lo stadio di proprietà cambia la storia di una societa'”

A tu per tu con il dirigente della squadra friulana. Oggi al San Paolo, alle ore 18, il Napoli affronterà l’Udinese per la dodicesima giornata del campionato di Serie A.

100×100 Napoli ha incontrato il direttore sportivo della squadra friulana Cristiano Giaretta nell’albergo napoletano che ospita i bianconeri. Tanti gli argomenti trattati durante l’intervista, grazie anche alla cortesissima disponibilità del DS Giaretta.

Siamo alla vigilia di Napoli-Udinese. Che Udinese arriva al San Paolo?
“Un’Udinese vogliosa di recuperare dei punti. In effetti in questo campionato abbiamo perso dei punti. Credevamo molto nella vittoria domenica scorsa contro il Sassuolo e invece abbiamo strappato solo un pari, in una partita che meritavamo di vincere. Quella di Napoli è una partita difficilissima che devi affrontare con molto coraggio, ma noi abbiamo troppo bisogno di raccogliere punti e dobbiamo provarci anche qui”.

Ma siamo appena all’inizio del campionato e lei parla come se fossimo già in piena bagarre per la lotta retrocessione?
“Io in questo momento mi sento già in piena bagarre. La classifica è quella che è. Nella storia della Serie A il girone di ritorno è sempre più difficile di quello d’andata e quindi bisogna mettere quanto più fieno in cascina possibile e dobbiamo strappare punti anche a Napoli” 

Quindi lei è d’accordo con Colantuono che in conferenza stampa ha detto che qui a Napoli se la giocherà in maniera spavalda, anche perchè il modo migliore per affrontare il Napoli non è chiudersi come ha fatto il Palermo ma di bloccare le fonti del gioco del Napoli?
“Spavalda ma con equilibrio. Sono d’accordo con il mister che non dobbiamo chiuderci perchè alla lunga una squadra come il Napoli, se ti difendi prima o poi prendi gol. Dobbiamo giocare con coraggio, tenendo il baricentro un pò più alto e pressare a un certo punto del campo e non farsi saltare nell’uno contro uno. Il Napoli ha delle buone individualità”.

Nei giorni scorsi lei ha detto che il Napoli non ha motivo di lamentarsi dei rigori che non gli sono stati concessi perchè non è l’unica squadra alla quale non sono stati dati. Però i dati statistici dicono che quella di Sarri è la squadra che più di tutte le altre di Serie A gioca nell’area di rigore avversaria, quindi qualcosa da recriminare da parte del Napoli c’è?
“Non è un aspetto scientifico, che chi sta più in tempo in area di rigore avversaria debba avere più rigori. Può aumentare la percentuale, è chiaro. Però basta anche una volta che vieni falciato e quindi non è una statistica a livello di minutaggio. Io credo che il Napoli non abbia bisogno di attaccarsi a queste cose, anche perchè lo ha dimostrato anche giovedì scorso il Napoli ha un parco attaccanti importante, è uno degli attacchi più prolifici della Serie A con individualità importanti. L’Udinese l’anno scorso ha avuto un solo rigore all’ultima giornata di campionato quando già si era sul 4-0 per la Sampdoria. Per questo che io ho fatto la battuta che il Napoli si deve mettere in fila dietro l’Udinese per avere un rigore a favore”.   

L’iracheno Adnan è un fenomeno? Come lo vogliamo classificare? Lei ha detto di credere molto nel ragazzo e nel mercato iracheno.
“Quello iracheno è un buon mercato. Noi siamo presenti ancora in quel mercato perchè c’è qualche elemento interessante e qualcosa di buono può venire fuori ancora. Credo che da qui a un anno Adnan sarà uno dei protagonisti del calcio, perchè è un terzino sinistro del ’93 ed ha buoni margini di miglioramento. Come Allan deve seguire un percorso con noi che di solito dura tre anni, deve imparare la lingua perchè ha un’inclinazione di tipo araba e non avendo una seconda lingua ha difficoltà a imparare l’italiano. Dal punto di vista alimentare si sta mentalizzando tanto con la nostra cultura. Noi fin dal primo giorno gli abbiamo affiancato un interprete di madrelingua per insegnargli l’italiano”.   

C’è una croce che accompagna la gestione estremamente positiva del presidente De Laurentiis, la questione stadio. Voi a Udine avete fatto un lavoro importante con lo stadio Friuli, quindi volevo chiederle quanto uno stadio di proprietà e vivibile per i tifosi incide sulla crescita di una società?
“Innanzitutto incide sul bilancio, sul fatturato. Lo stadio di proprietà deve essere il passaggio per rilanciare il calcio italiano e le presenze negli stadi, creando delle locations accoglienti per le famiglie. E’ stata una dura lotta, perchè la famiglia Pozzo ha iniziato questa lotta burocratica dieci anni fa e due anni fa abbiamo messo la prima pietra. Bisogna sempre considerare che è un bene pubblico. Per gennaio sarà pronto e sarà una struttura polifunzionale da 25.000 posti da vivere non solo nel match-day ma con 17.000metri quadrati di spazi commerciali, spazi per i giovani, per le famiglie, per il museo dell’Udinese..insomma pensiamo che questo sia lo strumento per alzare il profilo della nostra società e del calcio”.

Badu. Che scadenza ha il suo contratto 2016 o 2018 e quante possibilità ci sono che possa diventare un calciatore del Napoli?
“Secondo voi l’Udinese ha un giocatore con il contratto in scadenza nel 2016? Non saremmo più l’Udinese. Badu ha il contratto in scadenza nel 2019. Parliamo di un giocatore pronto che è già al quinto anno di Serie A ed è il capitano della nazionale ghanese, ha carisma, esperienza e grande forza e può far sicuramente bene a una grande squadra”

Qual è il vero segreto dell’organizzazione dello scouting dell’Udinese per scoprire così tanti giovani, portarli in Italia, valorizzarli e poi rivenderli a cifre importanti e quante persone sono coinvolte in questa struttura?
“Abbiamo scout in giro per il mondo. Il nostro scouting ha tre fasce di selezione, con un livello crescente di competenza e la prima fascia, quella più vicina a noi e al presidente, ci segnala i nomi sui quali la società dovrà poi intervenire. Sono coinvolti ufficialmente venti professionisti, poi abbiamo segnalatori e amici dell’Udinese per un totale di quaranta-cinquanta persone in giro per tutto il mondo. Noi per un’intera estate guardiamo i video dei campionati di tutto il mondo e poi ci spostiamo”.

Lei da calciatore è stato un difensore. Cosa ha visto di diverso tra la fase difensiva di Benitez e quella di Sarri. Cosa l’ha colpita di più? 
“Si vede il lavoro dell’allenatore che sicuramente avrà lavorato molto sulla fase difensiva. Secondo me l’anno scorso i due centrali non lavoravano bene insieme e fanno benissimo l’elastico, i terzini che stringono. Secondo me Sarri ha lavorato bene sulla palla coperta  e sulla palla scoperta. Il portiere poi ha carisma e incide tanto sulla difesa, almeno per il 30% perchè da sempre la voce per mettere a posto la difesa”.

Herteaux e Widmer, la scorsa estate accostati al Napoli. C’è possibilità che in futuro possano vestirsi di azzurro?
“Herteaux è al quarto anno di Serie A e quindi è pronto per una grande. Widmer è al secondo anno, nazionale svizzero, un giocatore importante ma deve prima completare il percorso con noi all’Udinese”.

Zapata. Innanzitutto come sta e se c’è qualche possibilità che possa anticipare il rientro a Napoli rispetto a quanto previsto dal contratto?
“Zapata ha avuto un infortunio importante. Per noi è una grossa perdita, in proporzione è come se il Napoli avesse perso Higuian. Innanzitutto è importante che il giocatore guarisca bene, quindi è prematuro parlare del suo futuro”.
 

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