Dopo sette anni di lotta contro il cancro, Emiliano Mondonico non ce l’ha fatta: l’ex allenatore si è spento a Milano, dove era ricoverato.
Alla fine ha dovuto arrendersi alla malattia, alla “bestia”, come lo chiamava lui. Ma ha lottato come un leone, sopportando quattro interventi, l’asportazione di una massa tumorale di sei chili, di un rene, di un pezzo di intestino. Lo stesso leone che per anni abbiamo visto ruggire dalla panchina.
Una carriera iniziata nel 1981/1982 alla guida della Cremonese, portata, due anni più tardi, ad una storica promozione in Serie A, categoria in cui la squadra grigiorossa mancava da 54 anni. Dopo una stagione al Como, conclusa con un ottimo nono posto in massima serie, passa all’Atalanta.
Alla prima stagione centra subito la promozione in Serie A e, nel frattempo, guida gli orobici fino alla semifinale di Coppa delle Coppe, dove vengono sconfitti dai belgi del K.V. Mechelen, che successivamente vinceranno il trofeo battendo l’Ajax.
Dal 1990 al 1994 allena il Torino, squadra con cui ottiene, probabilmente, i migliori risultati della sua carriera: nella stagione 1991/1992, i granata concludono il campionato al terzo posto e giocano la finale di Coppa Uefa, contro l’Ajax. Nella gara di ritorno, ad Amsterdam, “Mondo” si rende protagonista di un gesto che rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo: prende una sedia e la agita in aria, in segno di protesta contro l’arbitraggio. I granata saranno sconfitti, pur non avendo perso nessuna delle due gare. Nel ’93, invece, la squadra vince la Coppa Italia, battendo la Roma.
Nel ’95 porta nuovamente in Serie A l’Atalanta, squadra che l’anno successivo condurrà alla finale di Coppa Italia, persa contro la Fiorentina. Altra promozione in massima serie nel ’99, di nuovo alla guida del Torino, ma nel 2001 non riesce ad evitare la retrocessione del Napoli. Ma nel 2004 ottiene, con la Fiorentina, la quinta promozione in A della sua carriera: è il secondo in questa particolare classifica, dietro soltanto a Gigi Simoni.
Allenerà, poi, nuovamente la Cremonese, prima di passare all’Albinoleffe e chiudere con il Novara, con cui ottenne una storica vittoria a San Siro contro l’Inter, che tuttavia non impedì alla squadra di retrocedere dopo un solo anno di permanenza in massima categoria. Nel frattempo, nel 2011, scopre di avere un tumore all’addome e inizierà dunque una carriera da opinionista per la Rai, senza però rimanere lontano dai campi di calcio: allenerà, infatti, gli ex alcolisti e tossicodipendenti e i ragazzini delle scuole medie di Rivolta, il paese in cui nacque 71 anni fa. Una delle tante dimostrazioni del buon cuore di Emiliano Mondonico, un uomo del quale il mondo del calcio sentirà la mancanza. Ciao Mondo!