Il secondo mandato dell’attuale presidente, scade nel 2016. Si vota domani 24 settembre.
Per l’elezione del nuovo presidente dell’Associazione Italiana Arbitri è sfida a due tra Marcello Nicchi, presidente uscente, e l’ex arbitro di Viterbo Antonio Zappi. Alla vigilia delle elezioni i due si sfidano a suon di interviste rilasciate alla Gazzetta dello Sport, nelle quali spiegano i motivi che dovrebbero spingere i votanti a sceglierli.
Comincia Antonio Zappi che nel 2009 ha sostenuto Nicchi perchè lo considerava una novità, che però dopo due mandati ritiene abbia perso lo smalto e l’entusiasmo per ricoprire una carica così delicata: “L’Associazione merita maggiore trasparenza e quindi credo sia corretto che tutte le nomine siano elettive e non calate dall’alto. Così come il terzo mandato del presidente stona con i principi delle grandi democrazie. Ne bastano due”. Zappi ha poi spiegato i suoi obiettivi se dovesse essere eletto presidente dell’associazione: “Con Braschi concordiamo che si debba riunire subito la Can A con la Can B per dare la possibilità agli arbitri giovani di non bruciarsi. Poi credo sia ora di rompere il tabù del mondo arbitrale chiuso in se stesso: i direttori di gara devono poter spiegare ai giornalisti le loro scelte. Non a fine partita, ma subito dopo le squalifiche decise dal giudice sportivo. Poi molta attenzione alla violenza sugli associati: si è fatto qualche passo in avanti, ma siamo ancora indietro. Soprattutto diciamo basta alla filosofia dei “penultimatum”. Mi riferisco alle minacce di stop ai campionati dopo un episodio di violenza. Ci si ferma, senza fare annunci. E diamo un segnale preciso”.
Favorevole alle innovazioni tecnologiche come la moviola in campo, si è detto sicure di vincere perchè c’è voglia di cambiamento.
Questa invece la risposta di Nicchi, presidente uscente: “Sono stato io a traghettare l’associazione fuori dalle macerie di Calciopoli, rendendola più forte e libera da certe dinamiche. E poi, l’Aia mica è uno Stato: si regge sui volontari. Ci sono regole pensate proprio per non far crollare tutto. Non ci sono limiti di mandato nemmeno per i presidenti di sezione perché a volte non c’è nessuno in grado di sostituirli. Saranno i delegati a decidere se merito ancora la loro fiducia. L’Aia oggi è più forte. Siamo stati i primi a introdurre gli addizionali e ora stiamo sperimentando laVar. In questi anni i nostri arbitri hanno diretto finali importanti, dall’estero ce li chiedono di continuo: vorrà dire qualcosa. Rapporto con la Federcalcio? Buono e sarà sempre così. Forniamo un servizio di alta qualità. Togliamo problemi alla Figc, non li creiamo. Sulla violenza e le aggressioni agli arbitri “Abbiamo fatto cambiare la legislazione: ora chi le commette ne risponde di tasca propria, pagando. Non ci fermiamo, stiamo cercando di capire se è possibile dare il Daspo a chi picchia un arbitro. “.
Fonte interviste La Gazzetta dello Sport.