Dopo 33 anni dall’ultimo trionfo il Napoli è per la terza volta nella sua storia Campione d’Italia.
Il campionato vinto quest’anno è probabilmente uno dei più meritati non solo dei tempi recenti ma forse dell’intera storia della Serie A dato che raramente si è vista una squadra diventare una vera e propria corazzata capace di azzerare la concorrenza delle proprie rivali.
Oltre che essere uno Scudetto più che meritato è lo Scudetto della collettività perché mai come quest’anno c’è stata la giusta coesione da parte di ogni elemento dell’ambiente Napoli.
E’ lo Scudetto della società che decide finalmente di fare non uno ma cento passi per crescere come club sia dal punto di vista tecnico, d’immagine e soprattutto dal punto di vista comunicativo e di approccio verso i propri tifosi, requisiti fondamentali in quello che è il calcio moderno.
E’ lo Scudetto di una squadra che si è fusa in un’unica entità con il proprio allenatore e che ha dimostrato che non servono per forza degli dei o dei santi per compiere dei miracoli.
E’ lo Scudetto del popolo napoletano e lo diciamo non per retorica ma perché è davvero così. Riprendendo le parole di Spalletti, ogni tifoso ha fatto la sua parte in questa splendida avventura sia dentro che fuori dal campo, come dimostrano le splendide immagini che riprendono le vie di Napoli festanti in questi ultimi quattro giorni.
Se è davvero lo Scudetto di tutti, quest’ultimo assume un significato speciale per chi in estate, fra movimenti A16 ed antispallettiani, ha davvero creduto fino in fondo nelle potenzialità di questa squadra.
I pochi di noi che poco meno di un anno fa vedevano in questo l’anno giusto e che hanno subito risate e sfottò da amici e parenti alla fine si sono rivelati dei visionari. Non si trattava di follia prima ne tantomeno di poteri veggenti adesso, ma semplicemente di sapere chiaramente che in tutti questi anni al Napoli non è mai mancata una cosa: la competitività.
D’altronde la forza con la quale il Napoli ha operato sul mercato e la qualità dei calciatori acquistati per sostituire gli illustri partenti erano grandi segnali di una squadra che non aveva alcuna intenzione di ridimensionarsi bensì d’intraprendere la via giusta per raggiungere un sogno tanto desiderato. Che poi il tutto sia arrivato con una tale forza impronosticabile e dirompente messa in campo dal Napoli non fa altro che accrescere i meriti di un progetto che rende e resta in piedi da anni.
Il caro lettore che leggerà questo articolo è libero di crederci o meno ma il sottoscritto sente questo Scudetto ancor più speciale proprio per i motivi scritti in precedenza. Ma alla fine poco importa perché questa squadra è stata così forte da distruggere anche l’ultimo baluardo dell’opinionismo partenopeo, ovvero quello dell’ ‘Io l’avevo detto!’.