Vendere Higuain un’operazione da manuale: come mandare in “rovina” gli altri e compiacersi di un “tradimento” diventato affare.
Anche quest’anno è una Juventus “brutta, sporca e cattiva”, ma non sempre così efficace. Magari vincerà lo stesso il campionato per la sesta volta di fila, eppure quattro sconfitte rimediate su nove trasferte fanno riflettere gli addetti ai lavori e rappresentano un segnale di preoccupazione, forse anche un allarme, per Allegri. Al netto dei problemi del centrocampo, evidentemente indebolito, paradossalmente il difetto di questa squadra sembra albergare nel reparto più forte, quello che avrebbe dovuto garantire il salto di qualità in Europa. Per adesso, infatti, l’intesa tra la coppia più celebrata della scorsa estate, Dybala-Higuain, sta balbettando. Tradotto in soldoni: se da un lato Higuain continua a segnare – anche se con una media inferiore a quella napoletana -, Dybala, dall’altro, è il lontano parente del talento ammirato un anno fa. Evidentemente, i meccanismi dei due ancora non sono ben collaudati. O forse, sarebbe più corretto metterla giù così: Dybala rimpiange Mandzukic che s’oscurava in tutti i modi pur di lasciargli la scena, mentre Higuain pensa ancora troppo ad autocelebrarsi, illudendosi d’essere ancora del Napoli, dove tutti si “battevano” per lui, unico terminale offensivo. Detto questo, è ovvio che le somme si tireranno alla fine e che improvvisamente i due fuoriclasse argentini potranno trovare la formula magica per ottimizzare questo “HD”. Certo è, però, che comunque andrà a finire, il Napoli dà la sensazione di uscire da questa storia con la consapevolezza di averci perso meno di tutti. A maggior ragione se consideriamo che l’emergenza affrontata ad un certo punto della stagione, ha persino aggiunto qualcosa all’attacco azzurro: i centimetri e la fisicità di Milik e, in assenza (forzata) del polacco, l’uomo che non t’aspetti, Dries Mertens, risorsa tanto preziosa quanto nascosta in un numero, il “9”, che così falso allora non è.