Il Dottor Alfonso De Nicola, capo dello staff medico del Napoli, è intervenuto a Canale 21 durante Campania Sport.
Queste le sue parole: “Quando un calciatore viene acquistato la società chiede garanzie sul suo stato di salute e si fanno visite.
Si parte da capire come prevenire le patologie più gravi.
Noi facciamo visite agonistiche e prove da sforzo dove si vede il cuore come funziona.
Accertamenti che si fanno ogni due anni noi li facciamo ogni 6 mesi.
Gli esami sono accurati ma non si può sempre prevedere nello specifico se accadrà qualcosa di serio.
Le malformazioni congenite si scopropno con l’ecocardiogramma ma noi medici dobbiamo ammettere che siamo indietro con i tempi, che siamo dietro con la ricerca per prevenire queste tragedie.
Noi ci applichiamo sugli infortuni muscolari ma dobbiamo fare più ricerche verso malattie che portano alla morte improvvisa.
Dobbiamo capire che lo sport deve essere fatto in assoluta sicurezza perché è vita.
A me dispiace, proviamo tutti dolore ma la cosa più triste è capire che siamo impotenti davanti a queste dinamiche.
I dati oggi dicono che queste patologie non sono prevedibili.
Anche lo spagnolo Puerta morì a Coverciano ma sono patologie non diagnosticabili, non ci sono sintomi, sono silenti e subdole, il cuore purtroppo ad un certo punto si ferma, finché succede sotto lo sforzo si vede e si cura.
I cardiologi sono orientati verso forme batteriche, queste sono silenti ma potrebbero essere individuate.
Possiamo cercare di distruggere questi batteri con farmaci.
Però anche questi possono avere effetti collaterali come stanchezza e altri sintomi.
Meglio così che rischiare una morte improvvisa.
La verità è che dobbiamo fare ricerca partendo da questi casi dobbiamo studiare e trasmettere ai giovani tutto ciò che sappiamo, loro devono capire che è brutto che un giovane come Astori, ragazzo d’oro, debba perdere la vita.
Questo per la medicina è un vero fallimento, bisogna studiare e cercare di capire quali sono le cause”.