A “Un Calcio Alla Radio” su Radio CRC è intervenuto Marco Di Lello, ex onorevole e segretario della Commissione anti-mafia.
“A Report, nella trasmissione del 22 ottobre, si è fatto un lavoro su molti dati. Intanto è stato confermato e acclarato dalla giustizia italiana che la Juventus destinava biglietti ad esponenti della ‘ndrangheta. Il programma però andrà oltre, indagherà su Raffaello Bucci e l’inviato è andato in giro per l’Italia per capire e andare oltre. Ha provato anche a parlare con i legali della Juventus, ma la società non ama apparire e parlare in prima persona. Diciamo che questo capo ultra’, comunque, non è che fosse un dipendente stipendiato dalla Juventus, ma in qualche modo collaborava con loro.
Per quanto riguarda i cori, bisognava chiedere scusa sicuramente. In generale anche noi dell’anti-mafia abbiamo stimolato la Federcalcio a liberare le società dalla responsabilità oggettiva proprio per evitare le estorsioni. L’addio di Marotta? Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma si sbaglia poco. Non conosco le dinamiche interne arrivate a noi, risulta che sia più esposto Agnelli che Marotta per ciò che riguarda il lavoro di Report. Questa vicenda non ha avuto ripercussioni su Marotta.
Ci ha lasciato perplessi scoprire l’invasione della ‘ndrangheta nella più importante società sportiva italiana. Fa capire che nel calcio ci sono pochi anticorpi. Ma questo accade spesso, ossia si ritrovano spesso rapporti poco cristallini. Io sono un grande tifoso del Napoli, non tanto del presidente. Devo dire però che anche la Procura napoletana ha rilevato la chiusura assoluta del club azzurro nella possibilità di queste infiltrazioni. In tal caso, quindi, il Napoli è un esempio”.