Nando De Napoli, centrocampista campione d’Italia e d’Europa con il Napoli di Maradona, ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Napoli-Milan? Lo scudetto dell’88, quando ormai sembrava fosse nostro, ce lo portarono via a Napoli, con una partita impetuosa: non lo sapevamo, nessuno poteva immaginarlo, che stava per cominciare qualcosa di
leggendario.
Questa di Spalletti è un’altra squadra che può caratterizzare un’epoca, breve o lunga che sia. Giocano meravigliosamente bene, ti fanno innamorare.
La Champions è diversa, si parte da 0-0, non valgono i ventitré punti di vantaggio in campionato, anche se al tifoso fa male sentirselo dire. In quei 180′ può capitare qualsiasi cosa.
Cosa mi ha colpito di questo Napoli? La facilità di palleggio e la varietà di schemi. E’ arrivata una generazione di fenomeni che ti incanta. E noi molti di questi non li conoscevamo. Vanno applauditi tutti, per questa impresa: De
Laurentiis che ha avuto il coraggio di cambiare, senza preclusioni; Giuntoli che ha saputo cercare, con i suoi uomini, talenti pazzeschi; e l’allenatore che ha avuto un ruolo rilevante, perché l’assemblaggio non era scontato. C’è come una magia dentro questo Napoli.
Napoli-Milan tre volte in pochi giorni? Spalletti e Pioli si conoscono, non possono e non vogliono nascondersi. Uno
vuole lo scudetto aritmetico; l’altro non può perdere punti per la Champions. La prima gara peserà psicologicamente, ma sono i rossoneri che hanno da perdere qualcosa, forse la tranquillità per entrare nei quattro.
La storia conta ma fino a un certo punto. Perché il Napoli ha trovato la chimica giusta e certe emozioni le sa combattere con quel senso dello spettacolo che non ha avuto rivali, né in campionato e né in Champions. Ma guai a sentirsi favoriti”.