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De Luca: “Questa vicenda è come una guerra. Se l’epidemia esplode al sud sarà una tragedia”

de luca conferenza stampa coronavirus Campania

Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha fatto il punto della situazione sui social. Queste le sue dichiarazioni.

 

“Questa vicenda è come una guerra e registriamo l’emergere di tutto il negativo e di tutto il positivo legato alla natura umana. In guerra ci sono fenomeni di accaparramento di beni, mercato nero di beni, gente che fa speculazione sui prezzi, altri sfruttano l’emergenza mettendo sul mercato farmaci inutili. Abbiamo verificato l’assalto ad alcune forniture che dovevano arrivare nella nostra regione o la nascita di alcuni intermediari o società che pretendono pagamento anticipato senza garanzie sul prodotto. Ripeto, è una guerra. C’è una diffusione irresponsabile di notizie false, c’è gente che si diverte nei momenti drammatici per diffondere stupidaggini.

Il contagio può essere ancora più drammatico. Ci teniamo tutti alla libertà, ma vorrei ricordare che la prima libertà che deve garantire lo stato di diritto è la libertà di vivere e oggi questa non è garantita ai nostri concittadini. Per questo tante misure severe hanno l’obiettivo di garantire questa che è la principale libertà. E’ chiaro che questo comprime i problemi anche di autonomia della persona. Qualcuno ha sollevato i problemi della privacy. Beh, se si mettono in piedi iniziative per controllare chi è positivo e può contagiare gli altri, ben venga. La cosa è perfino commovente: in un paese per il quale per anni è stata massacrata la vita privata di persone e famiglie distrutte nell’indifferenza generale, e oggi si parla di privacy. Incredibile! Abbiamo poi comportamenti umani patetici, ci sono protagonismi inutili sui territori.

Abbiamo, per fortuna, un movimento di generosità incredibile, di senso civico incredibile, di volontariato incredibile a cominciare dal personale medico e sanitario a cui dobbiamo e dovremmo avere gratitudine negli anni. In Corea hanno fatto 300mila tamponi, non è vero che tutti hanno fatto tamponi: è una fase news. Ma lì sì, sono stati controllati tutti i cittadini, non solo quelli positivi. Lo hanno fatto con sistemi informatici, coi controlli delle carte di credito. Una cosa esagerata, ma quello era il modello Corea. 

Dobbiamo tenere i nervi saldi, il problema è drammatico fino a che non lo avremo risolto definitivamente, non a metà strada. Arriveremo alla conclusione del cammino. Il Governo sta facendo un lavoro importante, noi abbiamo adottato in anticipo misure anche più rigorose come chiusura parchi e stop ad attività fisica. Ho una sola riserva: sarebbe stato più efficace prendere da subito queste misure. Avremmo stressato di meno i nostri cittadini e avremmo avuto un effetto più tempestivo. 

So che la vita è diventata pesante, siamo tutti un po’ sballottati, le scadenze si sono modificate, non sono più esterne, ora a scandire le nostre giornate ci sono soltanto il pranzo e la cena. All’angoscia si sta sostituendo un sentimento di assuefazione che per un verso è anche positivo, per un altro è negativo, può subentrare l’abitudine, la sfiducia su quando arriveranno i risultati. Bisogna stringere i denti e avere fiducia. La battaglia non si vincerà a brevissimo ma sarà vinta e sarà vinta prima se stringeremo i denti tutti facendo i sacrifici richiesti. Nessuno di noi ha e avrà una vita tranquilla.

Lettera al Governo? Dobbiamo dire la verità e dobbiamo parlare chiaro in tempo utile. Non fa niente se qualcuno si prende collera. A volte serve alzare la voce per far arrivare in maniera diretta i messaggi. Lo abbiamo fatto per l’emergere di criticità pericolose. In Italia abbiamo due emergenze: la prima è la Lombardia, è evidente; la seconda, di livello inferiore, è quella di evitare che l’epidemia esploda anche nel sud, perché se succede non avremo la possibilità neanche di aiutare la Lombardia e il Nord e davvero sarà una tragedia per l’Italia. Dobbiamo avere la forza per dare l’aiuto prioritario alle realtà nelle quali la crisi è esplosa ma dobbiamo evitare esploda nel resto del sud e per quello che mi riguarda in Campania. Nel caso, sarebbe una tragedia. Con grande spirito di collaborazione abbiamo detto che alcune cose andavano corrette subito. Tra una settimana forse sarà troppo tardi. 

Lunedì notte eravamo arrivati a un punto tale di criticità che mancavano le mascherine da destinare agli operatori del 118. Non è un problema della Campania, è un problema Nazionale e abbiamo voluto porlo in maniera chiara ma con spirito collaborativo. Non siamo interessati a dare i voti, non abbiamo né potere né legittimità. Siamo interessati a risolvere problemi. Abbiamo avuto quella preoccupazione perché non arrivava nulla. Martedì aspettavamo carico di mascherine, arriviamo a mercoledì sera tardi con 30mila mascherine p2 e 2700 p3, quantitativi util per mezz’ora. Ieri è arrivata un’altra fornitura di mascherine p3 e per la prima volta anche una fornitura importante di tute e visiere, il primo invio assoluto di materiale. Mi auguro che questo sia solo l’inizio di una programmazione delle forniture che sia continua nel tempo e ci dia serenità.

Dobbiamo fare i conti con associazioni che aggravano i problemi. In Corea un’associazione, la Chiesa del Tempio del tabernacolo, era un gruppo para-religioso secondo cui ‘curarsi era un peccato’, e che vi possano ammazzare. A casa vostra siete liberi ma non potete costringere gli altri a farlo. Abbiamo avuto predicatori di vario tipo, ‘La Setta del Godimento Perpetuo’ che sarebbe anche interessante ma anche poco realistico. Comunque si fanno sempre ammucchiate per parlare col signore o col diavolo senza sapere se il signore vuole ascoltarli o meno.

Ieri sono arrivate 71mila mascherine e 2100 tute di protezione. Questa dotazione dura 8 ore negli ospedali, quindi mi auguro sia solo l’inizio di un programma di forniture adeguato. Voglio anche precisare che non abbiamo mai avuto tute o visiere tranne la fornitura di ieri. Ci sono arrivati 7 ventilatori, altri 16 dovrebbero arrivare lunedì. Voglio ricordare che 10 giorni fa mi era stato garantito che arrivavano 225 ventilatori e 621 caschi. Le forniture dovrebbero arrivare ogni 3 giorni se vogliamo reggere. Ci faremo sentire se il meccanismo si inceppa.

Veramente credete che con questo tsunami possano non esserci problemi in questo o quel territorio regionale? Non tutto può essere perfetto. Segnalateci tutto. Abbiamo rapporto di grande collaborazione coi sindaci, siamo totalmente a disposizione per quelle che sono le nostre forze. Dobbiamo sapere che sarebbe da stupidi immaginare che tutto possa andare bene, è chiaro che stiamo facendo la corsa contro il tempo. Gli obiettivi in Campania sono quelli di creare posti di terapia intensiva per non lasciare le persone a casa dato che non li possiamo curare; e avere posti necessari di degenza per accogliere i pazienti che hanno contratto il virus, che hanno problemi ma non sono in condizioni tali da dover richiedere un intervento di terapia intensiva. Negli ultimi 2-3 giorni ci sono stati sciacalli e io continuo a meravigliarmene. Ricordatevi che in Campania dobbiamo combattere contro due nemici: il virus e i porta-seccia, cioè gente che sta male se le cose vanno bene, lo hanno ereditato dai bis-nonni. L’unico collasso di cui molti parlano è arrivato nel vostro cervello, c’è un buco nero nel vostro cervello, non esce neppure il pensiero.

Dati in Campania? Ieri 135 nuovi contagi per un numero complessivo di 1454 contagiati. In terapia ci sono 101 ricoveri, sono ricoverati 448 nostri concittadini più quelli in isolamento domiciliare. Fino alle 11 di ieri sera eravamo a 80-85. A mezzanotte sono arrivati i dati nella casa per anziani Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia. Lì 52 persone anziane col Coronavirus. Così siamo arrivati a 135. Secondo un algoritmo, ci saranno 1721 contagi per domenica, 223 domande di ricoveri in terapia intensiva, 493 ricoveri in ospedale. Siamo concentrati su questi numeri, siamo pronti per questi numeri, poi puoi avere uno scarto in meglio e in peggio ma questo è il nostro riferimento. Governiamo bene se ci prepariamo una settimana prima. Se quando arriva l’ondata tu sei disarmato, vai a fondo. Questo stiamo facendo. Il picco ci sarà alla fine della prima settimana di aprile. A questo stiamo lavorando: essere pronti a quando avremo più di 3000 contagi e ce la possiamo fare se tutti fanno la propria parte. Noi abbiamo già fatto un miracolo. Siamo usciti da poco dal Commissariamento e siamo stati penalizzati. Lavoriamo per arrivare sotto i 200 posti di terapia intensiva. Se arriviamo a un dato stabile di 80-100 contagi, dopo una settimana comincerà una curva discendente. Oggi la corsa è ad essere pronti da qui a 10 giorni, quando prevediamo l’arrivo dello tsunami”.

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