Il presidente del Napoli, Aurelio De Luarentiis, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport:
Napoli e Juventus sono i due club che sono riusciti a rianimarsi dopo gli sconquassi del passato, il fallimento per noi e Calciopoli per loro. Si possono considerare due regine europee da fare anche invidia ad altre Nazioni. Ci piacerebbe poter ospitare in un contesto più italiano e meno discriminante. Riferimento all’apertura agli ospiti? Senza entrare nel merito della decisione, non posso notare la diversità di trattamento dell’Osservatorio che, con leggerezza, permette agli juventini di venire a Napoli, mentre è stato vietato ai nostri tifosi di andare a Torino”.
Sullo stadio: “Sarebbe bello poter far vivere questa nottata a chi vorrà esserci in uno stadio bello come lo è quello della Juventus. A breve firmeremo una convenzione con il Comune per un decennio e dopo le Universiadi cominceremo, mi auguro, a ragionare su un impianto all’altezza di una squadra che da quando è rinata ha dimostrato sempre di volersi migliorare e di puntare in alto”.
Sulla ferita per lo Scudetto: “Le ferite, quando sono profonde, restano nell’anima e non nella carne. E quella è aperta e lo resterà per un po’, penso. Che gatta ci covi, sulla conduzione dei campionati, è un sospetto di parecchi, mica il mio. E che ciò sia un male comune diffuso in altri tornei, è un fatto. Però vorrei fosse chiaro un aspetto: il Var è stato istituito per evitare errori arbitrali. E se non viene usato con coscienza, pensar male è inevitabile. E di dubbi ne ho avuti tanti nella passata stagione”.
Su Icardi: “Certe cotte hanno un loro momento. Non facciamo collezioni di numeri 9. Abbiamo abbassato l’età media e continuiamo su questa nostra losoa che ci ha portati a Meret e a Fabian Ruiz, tanto per fare due nomi. Ma anche Malcuit, che si sta imponendo: quanti avrebbero pensato che sarebbe diventato così funzionale?”. E Lozano e Fornals? “Ed è vero che mi piacciono sia l’uno che l’altro, ma questo non basta, come sapete. Ogni anno entrano nuovi attori, che mesi prima non godevano di attenzione: noi stiamo al gioco, anche se adesso le figure dei procuratori rendono più complicate situazioni apparentemente semplici”.
Sui rinnovi di Zielinski e di Milik: “Fanno parte della famiglia. E a meno che qualcuno di noi non si innamori di altri, immagino che siano dei nostri anche in futuro e per lungo tempo”.