In occasione dell’inaugurazione della Race for the Cure, Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni sul Napoli e su Insigne.
Questo il lungo intervento di De Laurentiis che parla del campionato, della squadra, di Spalletti e di Insigne.
De Laurentiis sul Napoli, su Spalletti e sulla squadra
“Io penso che il Napoli sta vivendo un bellissimo momento essendo primo in classifica. Sono momenti che abbiamo vissuto con Sarri e l’importante è non mollare. Poi è bello avere delle squadre competitive che seguono altrimenti sarebbe tutto troppo facile.
Quando c’erano quelle squallidissime classifiche con la differenza di 10 punti tra prima e seconda, esiste anche in altri campionati europei, diventa anche una disperazione in un certo modo. Distribuendo le forze in maniera simile diventa tutto più intrigante e interessante. Dello scudetto non bisogna mai parlare.
La cosa che piace, credo a tutti, di Luciano Spalletti è che lui non usa la sua grande conoscenza ed esperienza nel calcio ma l’umiltà. L’umiltà di mettere tutti in gioco, ha capito in ritiro che il nostro spogliatoio ha una serie di giocatori importanti. Ha capito che c’è una squadra importante e lo ha dimostrato giovedì con l’Europa League.
La squadra ha reagito al primo gol subìto e non era la solita squadra che scende in campo senza Osimhen e Insigne. Non dico che non siano necessari Osimhen e Insigne, dico che è necessario far giocare anche gli altri. Perché? Perché arriverà la Coppa d’Africa, che la FIFA si ostina a voler non regolamentare e sembra quasi che ai grandi papaveri non interessi nulla dei campionati nazionali.
Io credo che ci deve essere un grande rispetto per chi investe i propri denari nelle squadre per i campionati nazionali, dato che poi gratuitamente li prestiamo alle nazionali e li sottoponiamo a grandi sforzi con viaggi transoceanici e di ritorni. Con spese che affrontiamo anche noi ed incidenti che possono capitare.
Chiaro che avere, nel momento della Coppa d’Africa, una squadra che senza alcuni giocatori può dare un suo rendimento, significa che l’allenatore sa trasmettere la tecnica, la cazzimma ed il senso di responsabilità a questi ragazzi. Juan Jesus ha fatto bene l’altro giorno in un ruolo non propriamente suo.
Noi siamo tutelati e se i tifosi sono il dodicesimo uomo, Spalletti è il tredicesimo uomo.”
Su Insigne e sul rinnovo
“Nella mia vita non ho mai forzato la mano, e questo significa lasciare agli altri la decisione su cosa è meglio per la loro vita, per la loro professione.
Se Insigne pensa che se la sua vita professionale si deve chiudere qui a Napoli, noi siamo pronti ad accoglierlo a braccia aperte; se lui penserà che il suo percorso a Napoli si è concluso, ce ne faremo tutti una ragione. Lui per primo e noi dovremo accettare questa sua decisione.”