Il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, a margine del Festival del Cinema di Venezia, ha concesso un’intervista al collega Aldo Cazzullo del Corriere della Sera.
De Laurentiis ha ricordato le sue origini: il nonno irpino di Torella dei Lombardi e la nonna Giuseppina di Torre Annunziata, titolari di un pastificio dal marchio “Pasta extra lusso di Aurelio De Laurentiis”. Il patron azzurro ha confessato che vorrebbe rilanciare quel marchio e di voler investire nel mondo dei gelati e dell’agricoltura bio:
“Già produco un olio premiato a Barcellona per il miglior involucro”.
Il Presidente del Napoli ha poi parlato dei suoi esordi nel mondo del cinema nel 1968 come aiuto del segretario di produzione: “Mi alzavo alle quattro e mezza del mattino per vestire migliaia di comparese”.
Ecco altri passaggi dell’intervista a De Laurentiis:
“Io mi sento napoletano. Il più bel ricordo d’infanzia è il ragù con cui nonna condiva le candele e gli ziti fumanti.
De Magistris? Con un miliardo e settecento milioni di deficit l’anno faquello che può. A Napoli e Roma ci vorrebbe un Marchionne, un grande manager altro che sindaco.
L’anno del Napoli? Ogni anno può esserlo. Napoli è una città che ha un grande bisogno di amare. Autolesionista, incapace di vedere la verità. Sottomessa da secoli, sempre alla ricerca di un riscatto legato a qualcosa di impossibile; che diventa possibile con il calcio.
Higuain? Non ho nulla da farmi perdonare. Higuain fu una mia intuizione. Al Real stava spesso in panchina. Lo pagai 38 milioni. Napoli gli ha dato moltissimo.
Io nuovo capo marketing della Lega Europea? Il marketing per me è la liason tra il fruitore e il prodotto. Il mio committente è il pubblico. Il poeta ha la voce, il letterato la carta; il film è un’opera dell’ingegno che si realizza attraverso un processo industriale, cui lavorano centinaia di persone. Deve rispondere a regole di mercato. I film che mi sarebbe piaciuto fare non li avrebbe visti nessuno”.
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