«Sarri era sotto esame per questo voleva andare sul sicuro, ma dall’anno prossimo dobbiamo rischiare qualcosa».
Il presidente De Laurentiis racconta la storia dell’amore. Quello nato tra lui e la vera stella di questo Napoli: Maurizio Sarri. L’uomo con la tuta, che quando è arrivato all’ombra del Vesuvio l’anno scorso non ha fatto proclami ed alla fine ha quasi vinto il campionato:
«Sarri veniva da Empoli, era sotto esame e aveva un grande peso sulle spalle – ha spiegato il presidente ieri ad Ischia ai giornalisti-. È normale che abbia puntato solo su 12-13 giocatori, dopo avere trovato il suo equilibrio. Adesso mi aspetto una gestione del gruppo diverso, non dovremo avere più paura di cambiare.
Prendere Sarri è stata una cosa a metà tra un’illuminazione ed una folgorazione. Una scelta ragionata e maturata dopo averlo incontrato. Ricordo ancora quando mi disse: presidente, perderemo le prime sette partite. Io feci una risata. Lui sorrise in maniera ammiccante. Lì nacque l’intesa. E l’ho difeso sempre.Non è un uomo facile, ma non lo sono neanche io, e questo ci permette di condividere alcune cose. Mi piacerebbe aver più tempo a disposizione, per incastrarlo negli spazi vuoti di Sarri e parlare con lui di calcio, studiare. Mazzarri ci aveva provato, trovando una sua tecnica: e questa resta l’immagine più dolce ed amicale che ho di quel periodo. Non mi dispiacerebbe affatto se accadesse con Sarri».
Sulla famosissima tuta che Sarri preferisce alla giacca ed alla cravatta spiega:
«Devo ringraziarlo, dà visibilità ai nostri sponsor. E poi, non ho dovuto insegnargli come fare il nodo della cravatta».
Sugli obiettivi della prossima stagione, sul secondo posto raggiunto quest’anno, e sul futuro spiega:
«Il secondo posto sarà difficile da ripetere, ma non è un punto di arrivo. Saremo in sei a lottare per le prime tre posizioni. Noi avremo la Champions, ci toglierà tante energie. Bisognerà sfruttare al meglio tutto l’organico».