Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, rompe il silenzio stampa, che durava dallo scorso 21 febbraio, e parla in conferenza.
Così il presidente sui bilanci azzurri e sul bisogno di ridimensionare i costi:
“Non è un problema di non essere andato in Champions, il problema è che siamo passati da 30mln di stipendi a 50, a 75, a 120 ed oggi a 156mln. E’ ovvio che bisogna innanzitutto sanare questo problema, il Napoli spende cifre che non fattura e deve rivedere gli stipendi in base a ciò che guadagna. Numero 2: il Napoli deve in un mercato in cui sono tutti afflitti per le perdite, ad esempio c’è chi fattura più di noi, molto più di me, che da 2 anni non mi paga o mi sta pagando solo questa settimana. Bisogna differenziare il lato economico e finanziario, io non ho mai bussato alla porta, anzi ero considerato una perla perché i miei pagamenti avvenivano un giorno prima e non uno dopo. Non c’è un ridimensionamento, ma c’è una presa di coscienza che da un punto di vista del bilancio rivede il budget, altrimenti devi fallire, Se tu il Napoli lo vuoi riportare sul binario giusto, devi tagliare le spese eccessive, non c’è niente da fare. Come se facessi un film in Italia, dove non incassi più di tanti, con un budget americano, non avrebbe senso. Come mai tutti i miei colleghi hanno debiti? Poche aziende nel calcio sono sane.
Non basterà vendere un giocatore, dovrai vendere quelli che hanno aumentato a dismisura, tramite la parte salariale, quello che il Napoli non può pagare. Purtroppo il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, quello di avere fiducia nelle autorità, da buoni cittadini. In Europa, tutti sono andati a casaccio e tutti credevamo che la pandemia potesse finire molto prima. Probabilmente due acquisti o alcuni spostamenti non avrei dovuto farli, ma mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo. Avrei dovuto pensare al fatto che il campionato è falsato, e impormi di sopravvivere, ma da ottimista quale sono ho investito troppi soldi e mentre li investivo, mi telefonavano e mi dicevano ‘Hai un contratto per altri 2/5 anni, ma non lo possiamo rispettare’ e io ho commesso un errore di valutazione.