Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media olandesi, nel dettaglio il Telegraph, dove parla del Napoli e del Bari.
Questa l’intervista fatta al presidente De Laurentiis:
“Sai, il mio primo lavoro è l’intrattenimento. Produzione di film, produzione di fiction, teatro, per 55 anni, così quando ho iniziato a interessarmi di calcio, ho sempre pensato di divertire. Quando facciamo un film è necessario avere idee e una sceneggiatura, due anni di lavoro per accontentare il pubblico. Lo stesso è nello sport e nel calcio. Hai un obbligo nei confronti dello spettatore.
Primi in Serie A e primi in Serie B? Perché lavoriamo al calcio come se stessimo ai film o alle fiction. L’unica differenza è che quando scrivi una sceneggiatura, la fine la conosci, sai esattamente come accontentare lo spettatore. Nel calcio, invece, hai molti problemi, non sai mai cosa succederà. Nei film non ci sono rivali, solo la concorrenza sul mercato.
Ma quando la tua squadra gioca contro le migliori squadre come Ajax o Liverpool o Bayern Monaco o chiunque stia giocando a un certo livello, non sai mai cosa può succedere. E bisogna rispettare le decisioni dell’arbitro. Ma non credo nella fortuna. Ho prodotto e finanziato 400 film e non ho mai avuto un flop. Non è fortuna. Duro lavoro, concentrazione, idee e marketing. Devi vendere un prodotto che piaccia agli spettatori. Nel cinema come nel calcio.
Durante l’estate ho parlato con i miei collaboratori di grandi decisioni da prendere e di come cambiare la squadra, acquistare giocatori nuovi. Siamo stati fortunati sul mercato, ma abbiamo preso calciatori che seguivamo da anni. Nelle trattative siamo stati più intelligenti e più veloci dei nostri concorrenti. Fummo già bravi nell’individuare calciatori che sono già qui oltre all’allenatore.
D’estate non andiamo in tournée all’estero. Se devo giocare contro squadre importanti, voglio giocare dove facciamo il ritiro, in Italia in montagna a 1.200 m. Quando alleni molto bene le persone, i risultati arrivano. Curiamo anche l’aspetto psicologico delle persone, non solo quello fisico. Quando devi allestire una squadra, devi dosare psicologia e aspetto fisico e devi creare il gruppo perché da solo non vince nessuno. Poi, possono esserci calciatori di grande personalità e altri più timidi, ma è la vita.“