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De Laurentiis: “Affare Ronaldo? Bella mossa propagandistica”

Aurelio De Laurentiis Napoli

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Verità.

 

“La Juve ha fatto una bella…“mossa propagandistica” per tutto il gruppo Fca, diciamo così. Spero che possa aiutarla a mascherare il calo di entusiasmo che ci sarebbe stato tra i tifosi. Se fosse stato soltanto riconfermato Allegri senza un grosso colpo, dopo sette scudetti cosa si poteva promettere ai tifosi per affascinarli e scaldarli? E per fare la stessa cosa con gli sponsor, il mondo dell’industria e della politica? Riconosco che la società ha avuto la grande “trovata di sceneggiatura” che le ha consentito di rilanciare l’immagine della Juventus. Chapeau!”. Così Aurelio De Laurentiis commenta l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus in un’intervista al quotidiano la Verità.

Sull’idea di portarlo a Napoli: “Ronaldo ha al suo fianco quello che è forse il più intelligenti dei procuratori sportivi. Ero stato con lui a colazione in Portogallo e in quei giorni parlavamo del portiere Rui Patricio. Poi, quando è stato chiaro che il Real avrebbe lasciato a casa Cr7 mi ha teleonato: ‘Senti Aurelio, ce la giochiamo questa partita?’. Per il Napoli costava troppo? Detta così è una fesseria. Io Immaginavo un modello in cui i costi venivano pareggiati esclusivamente con gli incassi specchiati ai relativi costi dell’ operazione. Avevo detto a Mendes: tu dici che Ronaldo mi farà ricco? Allora facciamo che i primi 250 milioni di fatturato spettano al Napoli, i successivi 100 spettano a Ronaldo. Se effettivamente li avesse valsi non avrebbe avuto nulla da rischiare o da temere. Così Cr7 si sarebbe ripagato da solo. Poi però è arrivata la Juventus e ha alzato la posta. In termini di marketing si è rafforzato tutto il campionato italiano, non solo la Juve.

E’ arrivato per vincere la Champions? “Tra dire chapeau e vincere campionato e Champions ce ne passa. Cr7 ha una certa età. E in termini di equilibrio per un club è pericoloso spendere così tanti soldi per comprare il cartellino di un solo giocatore a fine carriera. Pagando un ingaggio fuori da ogni standard del suo attuale monte ingaggi. Mi chiedo se prevarranno i successi commerciali o quelli sportivi. Se tu inizi a pagare degli stipendi assurdi prima o poi questo ti si ritorce contro”. 

Al Napoli manca un top-player? “No. Se tutti fanno follie per comprare i nostri giocatori vuol dire che sono di grande valore. Io ho concesso a Sarri di andare al Chelsea solo dopo avergli fatto firmare un impegno scritto: non negoziare nessuno dei nostri giocatori, tranne Jorginho che abbiamo deciso noi di cedere. Poi c’è stata una lotta senza esclusione di colpi – nota solo in parte – per toglierci qualche altro giocatore. Non ci sono riusciti. Anzi hanno firmato un patto di non belligeranza”.

Un ruolo da rafforzare? “Stiamo cercando un terzino. Ma io sono felice soprattutto perchè Ancelotti promuove tutto e tutti. Carletto dice: ‘io mi diverto. E se mi diverto non ci sono problemi. Ho una grande rosa’”.

Paragone polemico con Sarri? “Se hai giocatori con 60 milioni di clausola rescissoria e non li fai giocare danneggi te stesso e la squadra perchè non usi il tuo potenziale e finisci fuori dalle coppe perchè nessuno regge due impegni con undici o tredici titolari. Riferimento alla Champions? Sì, non si può dichiarare mediaticamente un abbandono. Io rimproverai Sarri e lui provò ad andare a giocare a Lipsia dopo aver perso 3-1 in casa. Ma era troppo tardi”. 

Quando si è rotto il rapporto? “Ho capito che era finita quando mi disse: ‘non so se con questi giocatori posso fare meglio’. Sarri era entrato nella fase in cui un allenatore pensa a sè stesso o cerca di costruire un pensionamento d’oro. Gli ho chiesto cosa volesse fare quest’anno fino all’ultima partita. Non ho avuto risposta. Ho notato una certa ineducazione in questo silenzio. Ma non mi sono offeso”. 

Lo aveva definito un genio“Vero, ma la sua genialità è un po’ monotematica. L’ho visto giocare in un solo modo. Vediamo cosa saprà fare in Inghilterra. Negli ultimi sei anni di carriera è maturato più che nei primi trenta. Cosa mi manca? Un allenatore completo non fa solo divertire, ma deve anche vincere”. 

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