Ieri il presidente del Napoli ha rilasciato varie dichiarazioni durante e dopo dei convegni che lo hanno visto anche premiato come rappresentate della miglior azienda campana. Questo è un riassunto delle dichiarazioni più importanti fatte ieri dal presidente.
Su Napoli e la Campania: “Il fallimento del Calcio Napoli, mentre ero in vacanza a Capri, mi ha portato a dover decidere in 24 ore ad interessarmi di calcio, una cosa di cui non conoscevo nulla perché seguivo il basket. Questa cavalcata di 13 anni, fino all’Europa per nove anni, con dei numeri interessanti, mi fa piacere perché ho dimostrato alla mia famiglia che a Napoli si può lavorare, si deve lavorare.
Il Sud può rendere questo Paese migliore. Stiamo pagando l’incapacità dei politici da 50 anni a questa parte. Abbiamo attraversato un momento negativo, ma io ho dimostrato che in questi ultimi anni si può fare un buon lavoro. La Campania è in crescita e i risultati sono arrivati.”
Sulla Serie A e sulla Champions: “Mi piacerebbe cancellare la Champions e fare un campionato europeo. Un campionato europeo con le 20 squadre che hanno fatto meglio, con gironi di andata e ritorno e partite da giocare il mercoledì e il giovedì. Mentre il sabato e la domenica si giocherebbero i campionati nazionali.
Pensate che bello avere dal martedì al giovedì la competizione in Europa e il sabato e la domenica quella nazionale. Però quest’ultima non può essere con 20 squadre, non si può fare. Se la Lega di Serie A proverà prossimamente a ridurre il numero di club? Vi dico questo, con Lotito c’è una sola divergenza: entrambi vogliamo ridurre, lui però vuole attuare la politica dei piccoli passi e scendere a 18, io dico invece che nel 1986 eravamo 16 e dobbiamo tornare ed essere 16″.
Sul San Paolo: “In Italia purtroppo siamo troppi a parlare. I soldi vengono messi a disposizione dalla Regione Campania: quindi io sono andato da Vincenzo De Luca, ho gli detto ‘Senti, presidente, dobbiamo capire cosa fare. Non posso fare ogni volta in Europa la figura del pezzente’. Quando faccio venire al San Paolo il Man City o il Real Madrid, io posso buttare fumo negli occhi con cene che loro si sognano di poter fare, per cui faccio sedere 80 persone privilegiate, ben sedute, e ricevere complimenti di Giovannino Malagò. Poi non basta, questo è un po’ di fumo negli occhi.
Io ho visto la legge sugli stadi fatta durante il governo Renzi dal suo vicesindaco diventato sindaco di Firenze, Nardella, che è un napoletano: lo chiamai alle 7 del mattino e gli dissi ‘Scusami, ma tu sei napoletano e hai fatto questa legge? Ma è impraticabile, non si può fare nessuno stadio in Italia, nè ex novo e nè mettendo a posto quelli esistenti’. Chiamai Renzi, che però non voleva prender posizione se non mettendo Ministro dello Sport Luca Lotti, che mi disse ‘Aurelio, hai perfettamente ragione, questa legge fa acqua da tutte le parti’. Poi ha dato qualche aggiustamento, qualche contentino ma con quella legge non faccio lo stadio: mi rifiuto. Sto cercando di rimettere a posto il San Paolo.”
Sulla politica: “Contratto di governo grillino-leghista? Credo sia sbagliata la legge elettorale, credo che gli italiani pur stando molto male, stanno troppo bene per non scendere in piazza. Noi siamo arrivati da anni alla frutta.
Essere europei significa sapersi salvaguardare, significa non far uscire l’Inghilterra che si è molto indebolita, una Russia che vuole metterci all’angolo, una Cina che ha comprato quasi tutta l’Africa, e noi non siamo riusciti a fare gli stati uniti d’Europa. Quando mi parla d’Italia, io dico che è che è tutta una grandissima cazzata.”
Su Sarri: “Il suo futuro? Chi vivrà vedrà…“