De Guzman rilascia dichiarazioni shock sulla sua esperienza con il Napoli
Al portale olandese De Volkskrant l’ex azzurro Jonathan De Guzman racconnta come la sua esperienza al Napoli sia stata devastante. Un problema allo stomaco ha influenzato la sua carriera come calciatore e la società non ha contribuito ad aiutarlo.
I PRIMI DOLORI. “Dopo un’ottima prima parte di stagione sotto la guida di Rafa Benitez, a marzo ho avvertito un problema allo stomaco, provando molto dolore. Ne ho parlato con il medico del Napoli Alfonso De Nicola. Sono stato messo a dieta, meno carboidrati, mi sono riposato .Il dolore continuava a tornare. Scansioni e test di risonanza magnetica non davano risultati. Benitez ha detto:vai da un altro dottore. Ma quello non era permesso dal club, De Nicola aveva il potere”.
“NON MI CREDEVANO”. In estate si è riposato, ma al ritorno aveva ancora problemi. Intanto iniziava l’era di Sarri e Giuntoli. “Il dottore del club De Nicola aveva dichiarato De Guzman in forma” scrive il portale olandese, che riporta ancora altre dichiarazioni di De Guzman: “Ero malato. Sono un giocatore con grande dinamismo. Ma se invece di più di 10 chilometri puoi camminare solo 6 chilometri, allora un allenatore non ti vuole. Al Napoli non credevano che avessi avuto problemi. Pensavano che l’avessi inventato. Mi è stato detto così spesso che ho iniziato a dubitare dei segnali del mio stesso corpo. Il racconto del quotidiano olandese prosegue e arriva alla fine di agosto: “De Guzman viene convocato da Giuntoli in un albergo di Milano nell’ultima settimana del mercato”.
“Ho detto che dovevo allenarmi il giorno successivo. ‘No, tu rimani qui. Devi andartene, via, via’ disse Giuntoli. Ho pensato: ‘Non mi parli in questo modo'”. Il quotidiano racconta ancora: De Guzman fu convocato nella camera d’albergo di Giuntoli per parlare con Dick Advocaat, allora manger del Sunderland. “Ho detto ad Advocaat che volevo prima tornare in forma e lui l’ha rispettato – le parole di De Guzman – allora gli ho chiesto: puoi parlare con Giuntoli? E’ un po’ aggressivo. Adovocaat disse sì ma Giuntoli parla a malapena inglese, quindi non ha funzionato” le parole di De Guzman.
TRATTATIVE FALLITE. Il giorno successivo il Bournemouth si avvicinò al calciatore “Per prima cosa volevo essere in forma mi rifiutai di parlare con il Bournemouth ma Giuntoli era davvero arrabbiato Il suo assistente ha detto: Ascolta se non firmi, si arrabbia davvero. Se non firmi sei morto a Napoli, non giocherai più”. Il giorno dopo volai in Olanda per parlare con i miei agenti Jan de Visser e Rodger Linse con cui ho deciso che dovevo prima risolvere i miei problemi fisici e poi firmare per qualche altra squadra.
LA RISSA. Arriva il 1° settembre, il mercato si chiude. “Ero nello spogliatoio e Giuntoli ha detto: ‘Hey pezzo di merda, pezzo di merda, vieni qui’. Siamo andati alla sala dei giocatori. Giuntoli disse: ‘Tu te ne andrai, te l’hai promesso’. Dissi: ‘Non ho promesso niente’.Improvvisamente mi ha dato un pugno in faccia e a quel punto sono impazzito. Abbiamo iniziato a litigare furiosamente, volavano sedie. C’era il mio compagno di squadra Zuniga che cercava di separarci. Mi diceva ‘dai, prendi le tue cose e vai a casa’” racconta De Guzman. Dopo la rissa – spiega il quotidiano – De Guzman ha chiamato l’agente De Visser e ha provato a contattatare il presidente Aurelio De Laurentiis con una telefonata e un messaggio, ma non ha avuto risposte.
FUORI ROSA. Il giorno dopo – si legge ancora – il preparatore atletico disse che d’ora in poi De Guzman avrebbe potuto fare solo corsa. Giuntoli chiede a De Guzman perchè volesse parlare con il presidente. Poi venne Edo De Laurentiis che gli disse: “Non andrai da nessuna parte, tu rimani qui, sei morto qui” racconta De Guzman che prosegue: “Per 4 mesi ho lavorato da solo. Nessuno dei compagni mi ha aiutato. Da un lato li capisco. Se mi avessero aiutato il club gli avrebbe detto: che stai facendo con quell’ospite?. ‘Mi sarebbe piaciuto allenarmi da solo. Ma dove? Tutti mi conoscevono a Napoli, quindi sarebbe diventato un caso”.
L’OPERAZIONE NEGATA. Il quotidiano racconta ancora che dopo lunghe discussioni gli fu permesso di andare da un altro dottore italiano, Americo Menghi, che gli propose un’operazione, ma De Nicola non voleva andare in chirurgia. Stessa cosa dopo il cosulto con il medico danese Edwin Goedhart. De Guzman riferisce le parole di De Nicola: “Non credo in un’operazione. Non voglio essere colui che distrugge la tua carriera”.
A gennaio De Guzman andò al Carpi. “Quando avevo 29 anni, mi sentivo un giocatore amatoriale. Non ero in forma, nè fisicamente no nè mentalmente no. Era lì in un hotel. Mi sono trovato patetico. Depresso? Forse qualcosa del genere. La gente di Carpi era felice“. Gli fu permesso di andare a Monaco dove il dottor Ulrike Muschaweck lo operò. “Il dolore era sparito rapidamente. Ma il mio corpo era così debole che sono passato da un infortunio all’altro”.
LA FINE DELL’ESPERIENZA NAPOLI. Dopo l’operazione, nell’estate 2016 torna al Napoli. De Guzman spiega: “Il coach Sarri ha detto che potevo mettermi alla prova. È un buon allenatore, ora lo dimostra al Chelsea. Sai, a Napoli tutto era al top, i tifosi, le strutture. Tranne pochi uomini. Il calcio è business, gli affari sono difficili, lo capisco. Ma questo era inumano”.
IL NAPOLI NON REPLICA. Il quotidiano continua con il racconto della carriera di De Guzman, con le esperienze all’Eintracht Francoforte in cui si dice di nuovo felice: “Sento che sto giocando il mio miglior calcio, e ne sono molto orgoglioso. Soprattutto dopo tutto quello che mi è successo…”. A chiusura dell’articolo il de Volkskrant specifica: “La Ssc Napoli ha avuto l’opportunità di rispondere alle dichiarazioni di Jonathan de Guzman. Il club italiano non ha sfruttato questa opportunità”.