Danielino, così lo chiamano tutti, ha ricevuto oggi pomeriggio alle 16 l’ultimo saluto nella chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini al Vomero, gremita da una folla commossa
Il rito funebre di Daniele Pisco è stato officiato dal vescovo di Napoli, il Cardinale Domenico Battaglia, un altro degli amici molto speciali di Daniele, con il Presidente della SSC Napoli e il mister Antonio Conte. Sulla Bara Bianca del piccolo eroe dodicenne la maglia numero 10 con il suo nome, ai piedi dell’altare tutte quelle dei calciatori, a testimonianza del grande affetto e amicizia per lui.
In rappresentanza del club, presenti in chiesa il Vicepresidente del Napoli, Edoardo De Laurentiis, stretto tutto il tempo ai genitori del piccolo, il Chief Revenue Officer Tommaso Bianchini, il capo ufficio stampa Guido Baldari, l’assistente ai processi direzionali Simona Campanella e altri dirigenti.
Qualche ora prima il saluto privato di Antonio Conte e dei suoi ragazzi nel Centro tecnico di Castel Volturno. La squadra, il Mister avevano chiesto ed ottenuto di poter avere questo momento intimo per il Napoli si fa tutto, diceva Daniele ed il Napoli gli ha dato tutto. Una storia iniziata nell’agosto del 2023 sugli spalti assolati dello stadio Patini di Castel di Sangro. Pochi mesi prima di quel giorno la scoperta della malattia, l’inizio delle terapie e poche settimane dopo la vittoria dello scudetto. Da quel giorno in Abruzzo si è creato un legame diventato fortissimo negli ultimi mesi, nei quali Daniele Pisco ha vissuto in simbiosi con la squadra a Napoli e sui campi di tutta Italia, approfittando di ogni giorno di libertà concessagli dai medici. Uno scambio intenso, passione e forza ricambiate con affetto e disponibilità. Rapporti speciali con il Presidente, Mister Conte ed il Vicepresidente Edo De Laurentiis. Abbracci e momenti di gioia condivisi e lunghe chiacchierate al telefono alle quali non poteva assistere neppure mamma Monia. La storia di Daniele è diventata di dominio pubblico poche settimane fa, dopo la dedica di un gol fattagli da Anguissa a favore di telecamera, e si è conclusa sabato 4 gennaio, poco prima del fischio d’inizio di Fiorentina Napoli.
Ma prima c’è tanto altro. Daniele, voleva vivere: si preoccupava di tutto e tutti, e non di se stesso La vita di Daniele è stata brevissima, ma molto intensa: come ha ricordato Don Mimmo parafrasando la canzone di De Gregori, non è da questi particolari che si giudica la sua intensità, ma dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. E Daniele le ha avute e donate tutte.