Dani Alves ha parlato nella conferenza stampa pre Juventus-Real Madrid, final di Champions League a Cardiff.
“Sarà una cosa speciale per me giocare una finale con questi grandissimi giocatori, davanti a tutto il mondo. È un onore essere qui, dobbiamo sfruttare questo momento e fare in modo che questa sia per noi una serata speciale.
Non mi sento speciale per il fatto di essere di nuovo in finale. Sono soddisfatto perché la vita mi ha dato modo di essere di nuovo qui, per tentare di inseguire un sogno che temevo di non poter più vivere. Vengo qui per vincere, siamo molto vicini a trasformare in realtà questo sogno e a entrare nella storia di questo sport. Buffon? Sicuramente sarebbe bello fare questo regalo a lui, ma anche a me stesso. Dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per riuscirci.
Prima delle finali dormo benissimo come tutti i giorni, quello che consiglio ai miei compagni è di dormire perché la sera bisogna lavorare sodo. Non sono nessuno per insegnare qualcosa a qualcuno, tantomeno a persone di grande esperienza nel calcio come i miei compagni di squadra, persone che hanno vinto trofei importanti nella loro vita. Io sono un eterno apprendista, sono un principiante, cerco di imparare tanto dai miei colleghi. Credo che questa sia la forza del nostro gruppo. Condividiamo le nostre esperienze, il nostro vissuto ci ha convinti che esiste solo una strada da percorrere: mettere in comune le nostre forze per portare a casa il risultato. Siamo una squadra che ha come maggior dote la forza collettiva, di squadra. Deve essere maggiore di quella dell’avversario, è questa la nostra maggiore chance di portare a casa la vittoria.
Potrei diventare l’unico giocatore ad aver fatto tre triplete? Sono cose che servono per le statistiche, ma per me non serve molto pensarci. Il nostro obiettivo è più grande di tutto questo. Non sono una persona che vive pensando a se stessa. Se le persone che mi stanno vicine stanno bene, sto bene anche io. Conta la squadra e conta essere all’altezza del livello dei miei compagni, che loro stiano sempre meglio e che siano più bravi. Questa è la sfida principale della mia vita. Io ho accettato per questo la sfida di venire a giocare nella Juve e di entrare in una squadra di grandi professionisti. Dobbiamo giocare per vincere e per festeggiare con i tifosi, rispettiamo l’avversario per la sua storia, ma senza paura.
Vincere contro di loro anche con la Juventus sarebbe la ciliegina sulla torta. Loro sono una squadra fortissima, ma non sono necessariamente i favoriti. Non è uno scontro Dani Alves-Real Madrid, ma Juventus-Real Madrid, due squadre solide e forti. Vogliamo arrivare alla fine del viaggio, la Juventus ha vinto l’ultima volta 20 anni fa, nel ’98 si dice che il gol di Mijatovic sia in fuorigioco, quindi ci sta che ci sia voglia di riscatto. Proveremo a giocare senza paura, rispettando l’avversario, senza paura del pedigree dell’avversario, né del loro palmares. Cercheremo di agguantare la coppa, giocheremo con energia.
Tutte le domande sono focalizzate sull’età, ma noi siamo dei giovanotti e non siamo focalizzati sull’età. Dobbiamo affrontare questo momento con allegria, non dobbiamo sentire troppo la pressione. Non si vince con la foga, ma con altre qualità, sappiamo che è una partita speciale ma non dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento che ci ha portato qui a Cardiff. Dobbiamo lottare, mantenere la maglietta sudata al massimo, sarebbe il coronamento di un grande sforzo durato un anno intero. Dobbiamo fare le cose bene come squadra, l’unica motivazione extra è quella del presidente, che sarebbe felice di sfilare con la Coppa. Questo sarebbe un motivo extra, speriamo di portarla a casa per lui e che possa sfilare con un cavallino rosso”.